All’alba del 3 gennaio 2025, Porto Empedocle ha vissuto un momento di profondo dolore con l’arrivo delle salme di alcune vittime del tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa. Le bare, tra cui spiccava la bara bianca di una neonata di soli 11 mesi, sono state sbarcate dal traghetto Las Palmas e accolte in un silenzio rispettoso, interrotto solo dal suono delle sirene delle navi ormeggiate nel porto. Questo evento ha attirato la presenza delle massime autorità , compreso il prefetto di Agrigento, per una cerimonia interreligiosa dedicata alla memoria di coloro che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Cerimonia di riflessione collettiva
La cerimonia ha rappresentato un momento di riflessione collettiva, con i parroci locali che hanno espresso il loro dolore e la loro indignazione, sottolineando come simili tragedie rappresentino un “fallimento collettivo dell’umanità “. Le parole dei religiosi hanno risuonato forti, richiamando l’attenzione sulla necessità di un impegno comune per evitare che simili eventi si ripetano.
Accompagnamento verso le ultime dimore
Dopo il rito commemorativo, le salme sono state accompagnate verso le loro ultime dimore. La neonata e il padre verranno tumulati a Canicattì, mentre altre vittime trovano riposo in diverse località : tre adulti a Palma di Montechiaro, due a Grotte, uno a Castrofilippo e una a Joppolo Giancaxio. Le salme erano state imbarcate la sera precedente a Lampedusa, in un drammatico viaggio che ha visto la morte di molte persone nel Mediterraneo.
Dibattito sulle politiche migratorie
Questo naufragio ha riaperto il dibattito sulle politiche migratorie in Europa e sulla necessità di garantire la sicurezza dei migranti in transito. Le autorità locali hanno espresso la loro preoccupazione per la crescente crisi umanitaria nel Mediterraneo, evidenziando l’urgenza di soluzioni concrete per affrontare questa emergenza. La tragedia di oggi è un richiamo a tutti affinché si lavori insieme per un futuro in cui la vita umana sia sempre al primo posto.