Media: Hamas apre alla possibilità di un accordo parziale per gli ostaggi

Rosita Ponti

Agosto 16, 2025

Channel 12 ha riportato notizie cruciali riguardanti la situazione in Medio Oriente, citando un documento riservato ricevuto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Questo documento evidenzia che, secondo l’ONU, almeno 1.760 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio di maggio, mentre cercavano aiuti umanitari.

Hamas e i negoziati per gli ostaggi

Hamas potrebbe aver modificato la propria posizione riguardo ai negoziati per il rilascio degli ostaggi, mostrando una disponibilità a un “accordo parziale”. Channel 12 ha riferito che Netanyahu ha ricevuto un documento che suggerisce che la posizione attuale di Hamas si allinea con una proposta presentata dall’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff. Questa proposta prevede il rilascio di dieci ostaggi vivi e diciotto morti in cambio di un cessate il fuoco di sessanta giorni e il rilascio di prigionieri palestinesi. Fonti anonime citate da Channel 12 hanno indicato che la risposta di Hamas potrebbe arrivare già la prossima settimana, rendendo questi negoziati più rapidi rispetto a precedenti tentativi. Questo documento è giunto a Netanyahu poche ore dopo un incontro tra il direttore del Mossad, David Barnea, e il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, a Doha, per discutere la questione degli ostaggi. Tuttavia, i rappresentanti del Mossad hanno chiarito che la possibilità di un “accordo parziale” che non preveda il ritorno di tutti gli ostaggi è stata completamente esclusa.

Le vittime palestinesi in cerca di aiuto umanitario

L’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha comunicato che almeno 1.760 palestinesi sono stati uccisi dalla fine di maggio nella Striscia di Gaza, per la maggior parte a causa dell’esercito israeliano, mentre cercavano aiuti umanitari. Venerdì, un portavoce della Protezione civile di Gaza, Mahmoud Bassal, ha riferito che i bombardamenti israeliani hanno provocato la morte di almeno 38 persone, tra cui dodici che si trovavano in attesa di aiuti. L’esercito israeliano ha dichiarato che le sue operazioni mirano a smantellare le capacità militari di Hamas, aggiungendo che le sue forze adottano misure per ridurre i danni ai civili. A causa delle restrizioni imposte da Israele ai media nella Striscia di Gaza, l’agenzia AFP non è in grado di verificare in modo indipendente i numeri forniti dalle diverse parti. Tra il 27 maggio e il 13 agosto, l’ONU ha registrato 994 palestinesi uccisi vicino a siti della Fondazione umanitaria di Gaza (GHF), sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele, e 766 lungo i percorsi dei convogli di rifornimento. La maggior parte delle vittime sono state uccise dall’esercito israeliano, sebbene l’agenzia delle Nazioni Unite riconosca la presenza di altri gruppi armati nella stessa area.

Unità dell’IDF per diffamare i giornalisti a Gaza

Un’inchiesta del magazine israeliano +972 ha rivelato che esisterebbe un’unità speciale dell’esercito israeliano incaricata di identificare i giornalisti accusati di essere combattenti sotto copertura di Hamas. Questa operazione avrebbe lo scopo di prendere di mira i giornalisti e di ridurre l’indignazione internazionale per l’uccisione di operatori dei media. Secondo il rapporto, questa “cellula di legittimazione” è stata istituita dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e ha come obiettivo la raccolta di informazioni per migliorare l’immagine di Israele e ottenere supporto diplomatico e militare. In almeno un caso, l’unità avrebbe distorto informazioni per etichettare erroneamente un giornalista come militante, una designazione che a Gaza equivale a una condanna a morte. Gli omicidi di giornalisti come Anas al-Sharif di Al Jazeera hanno portato l’attenzione mondiale sui pericoli affrontati dai giornalisti palestinesi e sui tentativi di Israele di manipolare la copertura mediatica della guerra. I giornalisti stranieri sono stati in gran parte esclusi dall’ingresso a Gaza, eccetto per brevi e controllati viaggi con l’esercito israeliano, che impone severe restrizioni, incluso il divieto di interagire con i palestinesi.

Documentario UNICEF su Gaza

L’UNICEF ha presentato “Gaza’s Silent Threat”, un documentario che illustra gli sforzi per le vaccinazioni e il lavoro umanitario nella Striscia di Gaza. Questo filmato mette in evidenza le sfide affrontate dai professionisti della salute e dai volontari nel fornire assistenza a una popolazione colpita da conflitti e difficoltà economiche. La presentazione del documentario avviene in un contesto di crescente attenzione internazionale sulla crisi umanitaria in corso a Gaza, dove l’accesso ai servizi essenziali è fortemente compromesso.

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