Il 6 agosto 2025, mentre l’attenzione mondiale si concentra sui nuovi dati relativi al COVID-19, dalla provincia cinese del Guangdong arriva una notizia che riporta il timore di una nuova crisi sanitaria: oltre 7.000 casi di virus chikungunya trasmesso da zanzare infette. Quasi 3.000 contagi in una sola settimana. E proprio in questo clima di incertezza, le dichiarazioni di Ryo Tatsuki, artista e sensitiva giapponese, accendono i riflettori su una previsione inquietante: un virus sconosciuto – più letale del Covid – colpirà l’umanità nel 2030. Non c’è alcuna prova scientifica, ma il richiamo alle sue passate predizioni azzeccate riaccende la curiosità e la paura. Intanto, i focolai in Asia spingono le autorità locali ad attivare controlli e misure drastiche per evitare che la situazione degeneri.
Epidemia di chikungunya in Cina: numeri, sintomi e reazione delle autorità
La provincia di Guangdong, una delle più popolate della Cina meridionale, si trova in questi giorni a fare i conti con una diffusione su larga scala del virus chikungunya. La malattia, trasmessa dalle zanzare Aedes, non si diffonde da persona a persona, ma il numero elevato di focolai e le condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione dei vettori preoccupano le autorità locali. Foshan, insieme ad almeno 13 metropoli circostanti, è tra le aree più colpite.
I sintomi del chikungunya sono noti e ben documentati: febbre alta, forti dolori articolari, eruzioni cutanee, stanchezza persistente. In molti casi il dolore può durare settimane o mesi, con conseguenze sulla qualità della vita dei pazienti, anche se la mortalità è molto bassa.

La risposta del governo cinese è immediata e articolata: quarantene localizzate sotto zanzariere, controlli porta a porta per individuare e rimuovere acque stagnanti, impiego di droni per monitorare dall’alto i possibili luoghi di riproduzione delle zanzare e rilascio di pesci larvivori nei corsi d’acqua urbani. Queste misure ricordano da vicino le strategie adottate nei primi mesi della pandemia da SARS-CoV-2, e fanno temere una nuova emergenza sanitaria su scala ampia.
Secondo i dati ufficiali, nonostante la trasmissione sia limitata agli insetti, il numero dei casi aumenta di giorno in giorno, spingendo alcune autorità a ipotizzare la chiusura temporanea di alcune strutture pubbliche nelle aree più colpite. L’OMS monitora la situazione, ma al momento non è stato emesso alcun allarme internazionale.
Ryo Tatsuki e la profezia del nuovo virus: tra suggestione e coincidenze
Nel mezzo di questa situazione concreta, si inserisce l’annuncio di Ryo Tatsuki, conosciuta dai media come la “Baba Vanga del Giappone”. Disegnatrice e sensitiva, Tatsuki è salita agli onori delle cronache per aver predetto in passato la morte di Lady Diana e la pandemia da Covid-19 con anni di anticipo. Secondo la sua nuova visione, un virus sconosciuto e altamente letale colpirà l’umanità nel 2030, causando conseguenze peggiori di quelle vissute con il coronavirus.
La comunità scientifica si mantiene scettica, ricordando che nessuna previsione può sostituire i dati epidemiologici, né anticipare mutazioni genetiche dei virus in modo verificabile. Tuttavia, la capacità della Tatsuki di “anticipare” alcuni eventi le ha guadagnato una certa popolarità, soprattutto online, dove il video della sua ultima previsione è diventato virale nel giro di poche ore.
C’è chi, davanti alla coincidenza temporale tra l’annuncio della veggente e l’esplosione dei casi di chikungunya, ipotizza un collegamento. Al momento, però, si tratta solo di suggestioni, alimentate da una percezione collettiva ancora molto segnata dalla pandemia del 2020. Il rischio è che il panico torni a circolare prima ancora delle evidenze, con un impatto diretto sulla fiducia nella scienza e sulle istituzioni.
Gli esperti sottolineano che è proprio in questi casi che bisogna affidarsi ai dati, non alle paure. La differenza tra un focolaio gestibile e una crisi globale passa dalla capacità di distinguere tra profezie virali e virus reali. E per ora, i virus reali sono trasmessi da zanzare e non da profezie.