Nella mattina del 2 marzo 2025, durante la messa celebrata nel Santuario di Santa Maria della Rotonda ad Albano, Papa Leone XIV ha rivolto una preghiera per i governanti del mondo, esortandoli a prendere decisioni che siano libere da interessi personali e di parte. Il Pontefice ha sottolineato l’importanza di promuovere il bene per ogni persona, richiamando l’attenzione su una leadership che metta al centro l’umanità.
Nell’omelia, Papa Leone ha invitato i presenti a “non vivere più per noi stessi” e a portare nel mondo un messaggio di amore. Ha specificato che il fuoco da diffondere non è quello delle armi o delle parole distruttive, ma piuttosto “il fuoco dell’amore”, che si manifesta attraverso il servizio e la cura per gli altri. Il Papa ha esortato a opporre all’indifferenza la cura e alla prepotenza la mitezza, enfatizzando che “il fuoco della bontà” non ha un costo come gli armamenti, ma è capace di rinnovare il mondo in modo gratuito. Ha anche messo in guardia riguardo ai possibili sacrifici che questo amore può richiedere, come incomprensione e persecuzione, ma ha affermato che non esiste pace più grande di quella che scaturisce da questa fiamma interiore.
Un invito alla comunità
All’inizio della celebrazione, il Papa ha richiamato l’attenzione su un messaggio di unità, dichiarando che “siamo tutti chiamati a servire Gesù”. Durante la messa, a cui hanno partecipato gli operatori della Caritas locale insieme ai loro assistiti, Papa Leone ha incoraggiato a non creare distinzioni tra chi assiste e chi è assistito. Ha affermato che ogni individuo, che si tratti di chi sembra dare o di chi sembra ricevere, è prezioso e porta con sé una Parola di Dio unica.
“Abbattiamo i muri”, ha esortato il Pontefice, sottolineando che solo unendosi in un unico Corpo, in cui ogni membro, anche il più fragile, partecipa con dignità, si può realmente essere il Corpo di Cristo, la Chiesa di Dio. Ha evidenziato che questo processo avviene quando il fuoco che Gesù ha portato brucia i pregiudizi e le paure che ancora emarginano coloro che vivono la povertà di Cristo nella loro vita.
Un messaggio di inclusione e accoglienza
Papa Leone XIV ha concluso la sua omelia con un appello a non escludere il Signore dalle chiese, dalle case e dalla vita quotidiana. Ha esortato a far entrare il Signore nei poveri, suggerendo che solo così si può trovare pace anche con la propria povertà, quella che spesso si nega nel tentativo di cercare sicurezza e tranquillità.
Dopo la celebrazione eucaristica e la recita dell’Angelus, avvenuta a Castel Gandolfo, il Papa ha pranzato con una rappresentanza di 110 poveri del territorio, ospiti delle strutture di accoglienza e delle case famiglia, nonché persone senza fissa dimora e utenti dei Centri di ascolto. La Gendarmeria Vaticana ha reso noto che circa 500 persone erano presenti all’esterno del Santuario diocesano di Santa Maria della Rotonda durante l’evento, testimoniando l’importanza della celebrazione per la comunità locale.