I gatti sanno nuotare, eppure evitano l’acqua come fosse una minaccia. Scopri perché il loro rapporto con il bagnato è così complicato, tra evoluzione, istinto e odori.
I gatti e l’acqua sembrano vivere in due mondi separati. A volte basta una goccia sul pelo per assistere a scene teatrali degne di nota: salti, fughe improvvise, occhi spalancati come se fosse caduto il cielo. Eppure non è raro vederli giocare con una fontanella, osservare l’acqua che scorre dal rubinetto, o provare a toccarla con la zampa, quasi per curiosità. C’è anche chi, tra i mici più audaci, si avvicina alla vasca da bagno o si rilassa accanto a una piscina. E allora viene spontaneo chiedersi: se i gatti sanno nuotare, perché sembrano detestare tanto l’acqua?
La risposta, come spesso accade con i felini, non è mai semplice né univoca. Ci sono ragioni biologiche, evolutive e comportamentali dietro a questo comportamento apparentemente inspiegabile. Per molti gatti, il contatto con l’acqua rappresenta un’esperienza sgradevole e disorientante. Ma andiamo con ordine.
I gatti sanno nuotare per istinto, anche se non lo mostrano volentieri
Contrariamente a quanto si crede, tutti i gatti sanno nuotare. Non devono imparare come si fa: è un comportamento innato, simile a quello di altri mammiferi. Se un gatto cade in acqua, sa come muovere le zampe per tenere la testa fuori e raggiungere un punto sicuro. Questo vale sia per i gatti domestici che per quelli più abituati alla vita all’aperto. In natura, saper nuotare può salvare la vita: basta immaginare un gatto selvatico che deve attraversare un ruscello per cacciare o fuggire da un predatore.
Esistono anche colonie feline che vivono vicino al mare, come in alcune zone della Grecia o della Turchia, dove i gatti hanno imparato a convivere con l’ambiente costiero e, in certi casi, persino ad apprezzarlo. Ma saper nuotare bene non significa volerlo fare. E proprio in questo si racchiude l’ambivalenza del rapporto tra i gatti e l’acqua: sono perfettamente in grado di affrontarla, ma preferiscono evitarla.

Il motivo più semplice è fisico. Il mantello dei gatti non è idrorepellente come quello di alcune razze canine. Quando si bagnano, il pelo assorbe l’acqua, diventando pesante e limitando i movimenti. Questo li fa sentire goffi, lenti e più vulnerabili. È una sensazione che non gradiscono affatto. Per un animale che basa il suo comportamento su equilibrio, precisione e controllo del territorio, l’acqua è qualcosa che rompe la routine e li rende insicuri.
Ma c’è di più. I gatti comunicano molto attraverso gli odori. Quando si bagnano, il contatto con l’acqua può cancellare o alterare i segnali chimici che hanno lasciato nell’ambiente o su sé stessi. Questo interferisce con la loro percezione del territorio, degli oggetti e persino delle persone. Un gatto appena lavato, infatti, può sembrare “strano” anche ai suoi simili, proprio perché ha perso il suo odore naturale.
L’evoluzione ha reso l’acqua una presenza “estranea”
I gatti domestici discendono dal gatto selvatico africano, un animale originario di ambienti semi-aridi e desertici, dove l’acqua non era una presenza quotidiana, né una risorsa con cui interagire. Nella loro storia evolutiva, il contatto diretto con l’acqua è stato sempre minimo, quasi assente. Non hanno mai avuto necessità di sviluppare una tolleranza al bagnato come altre specie.
Questa mancanza di familiarità si è tramandata nel tempo. A differenza dei cani, che sono stati selezionati anche per attività legate all’acqua (come la caccia acquatica), i gatti hanno mantenuto un rapporto più distaccato e sospettoso. Alcuni, certo, imparano ad abituarsi se esposti sin da piccoli, ma restano l’eccezione, non la regola.
Per di più, i gatti sono animali abitudinari. Ogni elemento che esce dalla loro routine – un rumore nuovo, un oggetto, un odore o una spruzzata d’acqua – può essere percepito come una minaccia o un fastidio. L’acqua è, in questo senso, qualcosa di imprevedibile, sfuggente e difficile da “controllare”.
Non è quindi una questione di capacità, ma di preferenza e di esperienza passata. Un gatto può imparare a tollerare l’acqua, ma solo se si sente al sicuro e se non viene forzato. In caso contrario, continuerà a fuggire ogni volta che sente il rubinetto aprirsi.