La procuratrice Teresa Angela Camelio ha dichiarato all’ANSA che non ci sono elementi per configurare un reato riguardo alla morte di Marah Abu Zhuri, la giovane palestinese deceduta il 15 agosto 2025 presso l’ospedale di Pisa. La ragazza era stata ricoverata due giorni prima come parte di un’operazione di evacuazione sanitaria dei civili palestinesi da Gaza, organizzata dal governo italiano e realizzata dalla 46/a brigata aerea. Pertanto, è stato già concesso il nulla osta per la sepoltura della salma e non è stata disposta alcuna autopsia.
Incontro con il prefetto
La madre di Marah ha incontrato il prefetto di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro, che aveva espresso il desiderio di parlare con lei. Durante questo incontro, la mamma della giovane ha potuto esprimere le proprie preoccupazioni e ricevere supporto. Marah Abu Zuhri è deceduta due giorni dopo il ricovero a causa di un “grave deperimento organico”, come confermato dai medici dell’ospedale pisano. Inizialmente, si era ipotizzato che la ragazza potesse soffrire di leucemia, ma questa possibilità è stata esclusa dai medici. A supportare la madre durante l’incontro c’era anche l’imam di Pisa, Mohammad Khalil.
Chiarimenti sulla diagnosi
L’ente israeliano Cogat, responsabile per il coordinamento delle attività nei Territori, aveva inizialmente affermato che Marah soffrisse di leucemia. Tuttavia, la professoressa Sara Galimberti, direttrice del reparto di Ematologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, ha chiarito che potrebbero esserci state malattie mai diagnosticate. Ha spiegato che la giovane era in completo allettamento da tempo e che, sebbene fosse arrivata con l’ipotesi di leucemia acuta molto grave, le indagini diagnostiche non hanno confermato tale diagnosi. Le cellule “cattive” associate a questa malattia non sono state riscontrate nei test effettuati.
Implicazioni del caso
Questo caso ha suscitato attenzione e preoccupazione, non solo per la giovane vita persa, ma anche per le implicazioni più ampie riguardanti le evacuazioni sanitarie e le condizioni di salute dei civili palestinesi in situazioni di crisi.