Migliaia di cittadini serbi hanno preso parte a manifestazioni di protesta nella serata del 18 agosto 2025, sfidando le minacce del presidente Aleksandar Vucic. Quest’ultimo, in un discorso tenuto poche ore prima, aveva annunciato l’intenzione di adottare misure severe contro i manifestanti antigovernativi, senza però fornire dettagli specifici. Le proteste si sono svolte non solo nella capitale Belgrado, ma anche in diverse altre città del Paese, con i partecipanti che hanno intonato slogan come “Arrestate Vucic” e richiesto la liberazione delle persone detenute nei giorni precedenti. Finora non sono stati segnalati scontri significativi.
Le dichiarazioni di Vucic e le accuse ai manifestanti
Nel corso di uno dei suoi frequenti interventi televisivi, il presidente Vucic ha definito i manifestanti antigovernativi come promotori di “puro terrorismo“, sostenendo che le proteste in corso siano il risultato di un complotto orchestrato dall’Occidente per minare la stabilità della Serbia. “Il nostro Paese è in grave pericolo”, ha affermato Vucic, accusando i manifestanti di mettere a rischio i valori fondamentali e la vita dei cittadini. Ha anche menzionato l’esistenza di un presunto piano volto a stabilire autorità “anarchiche di sinistra”, senza però presentare prove concrete a sostegno delle sue affermazioni.
Il presidente ha avvertito che, se non verranno adottate misure più severe, ci si potrebbe trovare di fronte a situazioni drammatiche. “È solo questione di giorni prima che loro (i manifestanti) uccidano qualcuno”, ha dichiarato Vucic, ponendo l’accento sulla gravità della situazione. Queste dichiarazioni sono state rilasciate in un contesto di tensione crescente, dopo cinque notti consecutive di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Sabato scorso, alcuni manifestanti hanno incendiato la sede del Partito Progressista Serbo a Novi Sad, oltre ad attaccare altre strutture legate ai membri della coalizione di governo.
Le violenze e la risposta della polizia
Nella serata di sabato, le tensioni sono esplose a Belgrado e nella città di Novi Sad, dove i manifestanti si sono scontrati con la polizia. Gli agenti, equipaggiati con materiali antisommossa, hanno risposto allanciando gas lacrimogeni contro i manifestanti, che a loro volta hanno risposto lanciando oggetti come granate stordenti e bottiglie. Vucic ha indicato che la risposta del governo sarà comunicata entro una settimana, ma ha specificato che non è previsto uno stato di emergenza imminente. Nel corso degli scontri, decine di persone sono state arrestate e ferite, mentre le forze dell’ordine sono state accusate di uso eccessivo della forza.
Il presidente ha promesso che il governo utilizzerà tutti i mezzi necessari per ripristinare l’ordine e la pace nel Paese. “Sarete testimoni della determinazione dello Stato serbo”, ha affermato, sottolineando la volontà di affrontare le manifestazioni con fermezza.
Le origini delle proteste e il contesto politico
Le attuali manifestazioni segnano un’importante escalation dopo oltre nove mesi di proteste prevalentemente pacifiche. Queste ultime sono state innescate dal crollo di una pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto il 1° novembre 2024, che ha causato la morte di 16 persone. Molti cittadini attribuiscono questo tragico evento alla corruzione diffusa nei progetti infrastrutturali statali, che avrebbero portato a lavori di ristrutturazione di bassa qualità .
Il presidente Vucic è stato accusato di limitare le libertà democratiche e di consentire la diffusione della criminalità organizzata e della corruzione, accuse che lui respinge. La Serbia, attualmente in cerca di adesione all’Unione Europea, mantiene comunque relazioni strette con la Russia e la Cina. Recentemente, Vucic ha elogiato il supporto russo al suo governo, definendo le attuali manifestazioni come una “rivoluzione colorata” contro di lui.