Tiziana, vittima dell’ex marito: lui incolpa i figli per il delitto

Veronica Robinson

Agosto 18, 2025

L’arresto di Umberto Efeso, un autotrasportatore di 57 anni, è stato convalidato dopo l’omicidio della moglie Tiziana Vinci, avvenuto il 9 agosto 2025 nella villa di un imprenditore della Spezia, dove la vittima lavorava. La gravità dei fatti ha portato alla conferma dell’ipotesi di reato di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione e dal vincolo coniugale. Il giudice per le indagini preliminari, Lottini, ha esaminato la testimonianza di una collega della vittima, che ha assistito all’evento tragico e ha riportato le parole di Efeso dopo il primo colpo inferto: “Non dovevi mettermi contro i figli”.

La scena del crimine

Il 13 agosto 2025, i Carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nella villa sulla collina di Spezia, dove si è consumato il delitto. Le forze dell’ordine hanno raccolto prove e testimonianze per ricostruire la dinamica dell’omicidio, mentre l’eco della tragedia ha scosso la comunità locale. La villa, un luogo di lavoro per Tiziana, è ora associata a un evento drammatico che ha portato alla perdita di una vita e a un arresto che ha suscitato indignazione. La testimonianza della collega di Tiziana si è rivelata cruciale per le indagini, fornendo dettagli su come si siano svolti i fatti e sul contesto emotivo che ha preceduto l’omicidio.

Le confessioni di Efeso

Umberto Efeso ha contattato il suo datore di lavoro, l’imprenditore della logistica Alessandro Laghezza, attraverso un messaggio vocale nel quale ha rivelato di aver ucciso Tiziana. Inviato alle 11:48, il messaggio esprimeva scuse e un tentativo di giustificazione, incolpando i figli per aver “condizionato la madre”. Efeso ha affermato: “E ora devono piangere amaro, la devono tenere sulla coscienza. Loro l’hanno ammazzata, io l’amavo mia moglie. Era la vita mia mia moglie”.

Poco prima, intorno alle 11:30, Efeso aveva inviato un messaggio vocale a un amico, ripetendo la confessione: “Ho ammazzato mia moglie”, continuando a sostenere che la responsabilità fosse dei figli. Questi messaggi, ricchi di emozione e confusione, sono ora parte integrante delle prove che gli inquirenti stanno esaminando per comprendere la psiche di un uomo che ha compiuto un gesto così estremo. La situazione familiare di Efeso e il suo stato d’animo al momento dell’omicidio sono ora al centro dell’indagine.

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