Tiziana, vittima dell’ex marito: l’uomo incolpa i figli per il delitto

Veronica Robinson

Agosto 18, 2025

La drammatica vicenda di Umberto Efeso, un autotrasportatore di 57 anni, ha scosso la comunità della Spezia. Il 13 agosto 2025, Efeso ha assassinato la moglie Tiziana Vinci, colpendola a morte con un coltello nella villa di un imprenditore locale, Alessandro Laghezza, dove la donna lavorava. L’arresto di Efeso è stato convalidato, confermando l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, aggravato dalla premeditazione e dal vincolo coniugale.

La ricostruzione dell’omicidio è stata fornita da una testimone, collega di Tiziana, che ha assistito all’orribile evento. Secondo le sue dichiarazioni, dopo aver inflitto il primo colpo al fianco della moglie, Efeso ha esclamato: “Non dovevi mettermi contro i figli”. Queste parole, insieme alla testimonianza della donna, hanno contribuito a delineare un quadro inquietante del delitto.

La confessione a caldo

Dopo l’omicidio, Umberto Efeso ha contattato il suo datore di lavoro, Alessandro Laghezza, per confessare l’atroce gesto. Alle 11:48, ha inviato un messaggio vocale in cui si scusava e chiedeva perdono, ma ha anche cercato di giustificare le sue azioni addossando la responsabilità ai figli, accusandoli di aver “condizionato la madre”. Nel messaggio, Efeso ha dichiarato: “E ora devono piangere amaro, la devono tenere sulla coscienza. Loro l’hanno ammazzata, io l’amavo mia moglie. Era la vita mia, mia moglie”.

Poco prima, intorno alle 11:30, Efeso aveva già informato un amico della sua azione, affermando: “Ho ammazzato mia moglie”, ripetendo la stessa accusa nei confronti dei figli. Questi messaggi vocali, che rivelano un quadro complesso e disturbante, sono diventati elementi chiave nell’inchiesta.

Il contesto familiare e le dinamiche relazionali

La tragica fine di Tiziana Vinci non è solo il risultato di un momento di follia, ma è anche il riflesso di tensioni familiari profonde. La relazione tra Umberto Efeso e Tiziana era segnata da conflitti, e il coinvolgimento dei figli ha reso la situazione ancora più complessa. La testimonianza della collega di Tiziana e le parole di Efeso evidenziano un clima di tensione e rancore, in cui i legami familiari si sono trasformati in un terreno di scontro.

La villa dell’imprenditore Laghezza, teatro di questo crimine, rappresenta un luogo di lavoro per Tiziana, ma anche un contesto in cui si sono consumati drammi personali. La comunità della Spezia si trova ora a fare i conti con una realtà dolorosa, in cui la violenza domestica si manifesta in modi tragici e inaspettati.

Le indagini continuano a chiarire i dettagli di questa vicenda, mentre la famiglia di Tiziana e la comunità locale cercano di elaborare il lutto e la rabbia per quanto accaduto. La storia di Umberto Efeso e Tiziana Vinci rimarrà impressa nella memoria collettiva, un monito sulla fragilità delle relazioni e sull’importanza di affrontare i conflitti familiari in modo costruttivo.

×