L’Europa sta affrontando un incremento della temperatura che supera quello di altre regioni del pianeta, rivelando una preparazione inadeguata per far fronte alle ondate di calore. Secondo un’analisi pubblicata dallEconomist il 19 agosto 2025, il rischio di mortalità legato al caldo estremo nelle principali città europee è allarmante.
Aumento delle temperature in Europa
Dal 1990, le temperature medie in Europa sono aumentate di 0,53°C ogni decennio, superando di oltre il doppio la media globale di 0,26°C. Un recente studio ha evidenziato che l’ondata di calore che ha colpito il continente a partire dal 23 giugno 2025, e durata dieci giorni, ha provocato circa 2.300 decessi in dodici città europee. I ricercatori hanno calcolato che il cambiamento climatico ha innalzato le temperature di questa ondata tra 1 e 4 gradi, spiegando così due terzi dei decessi registrati. Le conseguenze delle alte temperature si manifestano in colpi di calore, affaticamento cardiaco e aggravamento di malattie croniche come il diabete.
Fattori che contribuiscono al riscaldamento
Secondo l’analisi dellEconomist, le misure adottate per ridurre l’inquinamento atmosferico potrebbero aver avuto un effetto controproducente. Alcuni inquinanti, infatti, hanno la capacità di riflettere i raggi solari, contribuendo a mantenere temperature più basse. Inoltre, la posizione di parte dell’Europa nell’Artico, una delle regioni che si riscaldano più rapidamente, aggrava la situazione. Lo scioglimento dei ghiacci riduce la riflessione della luce solare, accelerando ulteriormente il riscaldamento.
Maggiore mortalità in Europa
L’analisi, basata sui dati di Kai Chen della Yale School of Public Health, indica che l’aumento della mortalità durante le ondate di calore è significativamente più elevato in Europa rispetto ad Asia o Americhe. A Torino, ad esempio, il rischio di morte aumenta del 50% nei giorni più caldi, mentre a Toronto la percentuale è solo del 14%. Questa disparità evidenzia l’urgenza di affrontare il problema del caldo estremo in Europa.
Diffusione dell’aria condizionata e urbanizzazione
Un altro aspetto critico è la bassa diffusione dell’aria condizionata in Europa. L’analisi evidenzia che solo il 5% delle abitazioni nel Regno Unito, il 20% nei Paesi Bassi e il 49% in Italia dispone di aria condizionata, rispetto al 91% degli Stati Uniti e del Giappone. In Spagna, dove la percentuale è aumentata dal 5% al 40% dal 1991, il rischio di mortalità per caldo è diminuito del 30-60%. Inoltre, le città più urbanizzate, come Parigi, mostrano un rischio di morte superiore del 56% nei giorni più caldi, a causa di superfici scure che assorbono e trattengono il calore.
Città italiane e disparità socioeconomiche
Le città italiane si trovano in una situazione critica, con Bologna in cima alla classifica del rischio e Milano che presenta il tasso più elevato tra le grandi città. Non è chiaro perché Milano risenta maggiormente del caldo rispetto a Roma, ma l’inquinamento e l’invecchiamento della popolazione potrebbero giocare un ruolo significativo. Le comunità più vulnerabili, in particolare nei quartieri più poveri delle città inglesi, affrontano un rischio triplo di esposizione a ondate di calore estreme.
Proiezioni future e necessità di intervento
Le proiezioni per il futuro non sono incoraggianti. A Firenze, si prevede che entro il 2050 la mortalità legata al caldo possa triplicare, raggiungendo 105 decessi ogni 100.000 abitanti. Anche città attualmente fresche come Dublino potrebbero vedere aumenti significativi nelle temperature. Gli esperti avvertono che senza interventi mirati per raffrescare le aree urbane e proteggere le fasce più vulnerabili, le estati in Europa diventeranno sempre più letali.