In Darfur, l’assedio e le speculazioni alimentari costringono la popolazione a nutrirsi di cibo per animali

Rosita Ponti

Agosto 19, 2025

Nella drammatica situazione del conflitto in Sudan, la regione del Darfur continua a subire le conseguenze più devastanti. In particolare, lo Stato del Darfur Settentrionale sta vivendo un’assedio prolungato da parte delle Rapid Support Forces (Rsf), che ha messo in ginocchio la popolazione della capitale El Fasher e del vicino campo profughi di Zamzam. Questa crisi umanitaria si sta aggravando giorno dopo giorno, con il blocco delle forniture alimentari che ha portato a un aumento vertiginoso dei prezzi, rendendo il cibo sempre più inaccessibile.

La crisi alimentare e la malnutrizione

L’assedio delle Rsf ha avuto un impatto devastante sulla vita quotidiana degli abitanti di El Fasher e di Zamzam. Le forniture alimentari sono state interrotte, costringendo la popolazione a ricorrere a rimedi estremi per sopravvivere. I prezzi degli alimenti sono aumentati a livelli record, rendendo impossibile per molti accedere anche ai generi di prima necessità. La situazione è talmente critica che il cibo disponibile è diventato un lusso per i più vulnerabili, con un numero crescente di persone che soffre di malnutrizione.

L’unico alimento che molti possono permettersi è l’ambaz, un residuo della lavorazione di semi di girasole, arachidi e sesamo. Questo scarto, tradizionalmente utilizzato come mangime per animali, è ora l’unica fonte di nutrimento per molte famiglie. Tuttavia, l’ambaz non è un alimento nutriente e può causare gravi problemi di salute, tra cui danni al fegato e, in alcuni casi, cancro, specialmente se conservato in modo inadeguato. Il rischio è particolarmente elevato per i bambini, che sono i più colpiti da questa situazione disperata.

Le conseguenze dell’assedio

Le famiglie, in particolare le vedove con figli, si trovano costrette a utilizzare l’ambaz come unico alimento, preparandolo come una sorta di zuppa. Questo ha portato a un aumento esponenziale dei casi di malnutrizione tra i più giovani. Le organizzazioni umanitarie e i governi locali sono stati messi in allerta, ma le risposte tardano ad arrivare. Secondo le autorità del Nord Darfur, la crisi è aggravata da intermediari e commercianti che bloccano deliberatamente le forniture alimentari per aumentare i prezzi.

Il governatore ha annunciato l’istituzione di una commissione per indagare su questa situazione e ha minacciato di confiscare le scorte alimentari bloccate per distribuirle gratuitamente alla popolazione. Nonostante ciò, la risposta delle organizzazioni umanitarie è stata insufficiente. Il World Food Program ha interrotto le consegne di generi alimentari a febbraio, a causa del deterioramento delle condizioni di sicurezza. Prima di questa interruzione, erano stati distribuiti solo 60.000 voucher alimentari nell’ultimo mese.

Il contesto del conflitto e gli attacchi recenti

La città di El Fasher è sotto assedio da oltre un anno e rappresenta l’ultima roccaforte delle forze governative nello Stato del Darfur. La carestia nel campo profughi di Zamzam è stata dichiarata lo scorso agosto, e attualmente ospita circa 500.000 persone. Un altro campo profughi, Abu Shouk, accoglie ulteriori 450.000 rifugiati, entrambi pesantemente colpiti dalle incursioni delle Rsf. Recentemente, un attacco a Abu Shouk ha causato la morte di quaranta persone.

Tra l’11 e il 14 aprile, Zamzam ha subito un attacco simile. Inizialmente si stimava che le vittime fossero circa quattrocento, ma un’indagine condotta dal The Guardian ha rivelato che il numero reale potrebbe superare i mille e cinquecento morti. La situazione continua a deteriorarsi, con la popolazione che si trova a fronteggiare non solo la fame, ma anche la violenza e l’instabilità che caratterizzano il conflitto in corso.

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