La questione ha preso piede grazie alle indagini condotte dai militari del Gruppo Ravenna, che, a seguito di una segnalazione dell’INPS e sotto la direzione della Procura di Ravenna, hanno svelato un presunto meccanismo fraudolento. Secondo le autorità, l’indagata ha effettuato con regolarità il prelievo di accrediti che, in assenza di comunicazioni relative al decesso, venivano versati periodicamente dall’ente previdenziale su un conto cointestato con la madre.
Le indagini e le scoperte
Le indagini hanno rivelato che l’indagata, una donna di 66 anni, aveva presentato false certificazioni attestanti la vita della madre, che in realtà era deceduta e sepolta in Marocco, nel cimitero del suo paese d’origine. Attraverso un attento incrocio dei dati anagrafici e dei flussi bancari, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire il quadro della situazione, quantificando la somma illecitamente percepita. Il totale ammonta a circa 120 mila euro, cifra che ha spinto il Tribunale di Ravenna a emettere un provvedimento di sequestro preventivo per recuperare le somme sottratte all’INPS.
Le conseguenze legali
A seguito delle indagini, non solo è stata presentata una denuncia, ma i finanzieri hanno anche avviato il sequestro di beni, tra cui una Mercedes intestata all’indagata. Questa operazione segna un passo significativo nella lotta contro le frodi previdenziali, evidenziando l’importanza della collaborazione tra le istituzioni, come l’INPS e le forze dell’ordine. L’azione intrapresa dalle autorità non solo mira a recuperare le somme illecitamente percepite, ma anche a dissuadere futuri tentativi di frode ai danni del sistema previdenziale italiano.
Le indagini continuano, con l’obiettivo di garantire la giustizia e la legalità nel settore previdenziale, tutelando così i diritti di tutti i cittadini che si avvalgono dei servizi offerti dall’INPS. La vicenda rappresenta un esempio emblematico di come le frodi possano compromettere la stabilità di un sistema che ha il compito di garantire il benessere economico dei suoi utenti.