Telecamere di sorveglianza vulnerabili agli hacker: analisi del caso De Martino e strategie di difesa

Veronica Robinson

Agosto 19, 2025

Il recente furto di video privati ai danni di Stefano De Martino e della compagna Caroline Tronelli ha sollevato un dibattito cruciale sulla sicurezza delle telecamere di sorveglianza. Sempre più famiglie italiane si affidano a videocitofoni smart e sistemi connessi per proteggere le proprie abitazioni. Tuttavia, se non configurati correttamente, questi dispositivi possono diventare vulnerabili e rappresentare un facile bersaglio per i criminali informatici.

Telecamere vulnerabili: un problema concreto

Il fenomeno delle telecamere di sorveglianza facilmente accessibili è ben documentato. Secondo recenti indagini, in Italia si stima che circa 70mila telecamere siano visibili online, spesso a causa di impostazioni predefinite o mancanza di adeguate misure di sicurezza. Questi dispositivi, in alcuni casi, rimangono connessi a Internet senza alcuna protezione, risultando indicizzati da motori di ricerca specializzati. A livello globale, piattaforme come Insecam hanno messo in evidenza la gravità della situazione: nel 2014, oltre 73.000 flussi video erano visibili senza alcuna barriera. Attualmente, nel 2025, più di 40mila telecamere continuano a trasmettere immagini senza alcun filtro, con almeno 1.800 flussi accessibili a chiunque possieda competenze informatiche di base.

Le cause della vulnerabilità delle telecamere

Le vulnerabilità delle telecamere di sorveglianza spesso derivano da errori comuni. Molti utenti dimenticano di modificare le password predefinite, utilizzate da milioni di dispositivi, e non aggiornano il software, lasciando aperte falle di sicurezza già note. In altre situazioni, le telecamere rimangono collegate alla rete domestica senza alcuna protezione, diventando facilmente intercettabili da chi sa come cercarle. Queste pratiche aumentano il rischio di attacchi informatici e violazioni della privacy.

Strategie per proteggersi dagli attacchi informatici

Evitare intrusioni nelle telecamere di sorveglianza è possibile, ma richiede una certa consapevolezza digitale. È fondamentale sostituire immediatamente le credenziali di accesso con password complesse e uniche. Mantenere aggiornati firmware e applicazioni di gestione è altrettanto importante, poiché molte violazioni sfruttano vulnerabilità già risolte dai produttori. Separare la rete dedicata ai dispositivi smart da quella utilizzata per computer e smartphone riduce la superficie d’attacco. Anche il router gioca un ruolo cruciale: l’adozione di protocolli di cifratura moderni, come WPA3, può aumentare la sicurezza. Limitare l’accesso remoto alle telecamere solo in caso di necessità e utilizzare una connessione VPN rappresentano ulteriori misure di protezione.

Soluzioni avanzate per una maggiore sicurezza

Per chi cerca una protezione supplementare, esistono strumenti più sofisticati. I router di ultima generazione e i firewall domestici possono filtrare il traffico sospetto, mentre una VPN domestica garantisce che le telecamere non siano esposte direttamente al web. L’autenticazione a due fattori, disponibile per molti servizi cloud, fornisce un ulteriore livello di sicurezza, così come il monitoraggio dei log di accesso, utile per rilevare tempestivamente eventuali intrusioni.

Azioni da intraprendere in caso di attacco

Se si sospetta una violazione di una telecamera, è consigliabile scollegarla immediatamente dalla rete, ripristinarne le impostazioni di fabbrica, aggiornare il software e modificare tutte le password associate. In caso di intrusione accertata, è opportuno contattare la Polizia Postale, che è in grado di fornire assistenza e avviare le indagini necessarie.

La prevenzione come chiave di sicurezza

La videosorveglianza è un valido alleato per la sicurezza domestica, ma richiede la stessa attenzione riservata alla serratura di casa. Installare una telecamera non è sufficiente; è essenziale configurarla correttamente e mantenerla aggiornata, altrimenti si rischia di trasformare uno strumento di protezione in un’arma nelle mani dei malintenzionati.

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