Un possibile incontro tra Putin e Zelensky rappresenterebbe un significativo progresso.

Rosita Ponti

Agosto 19, 2025

La situazione geopolitica in Ucraina ha subito un’evoluzione significativa negli ultimi giorni, soprattutto dopo il controverso evento avvenuto in Alaska. Tre giorni fa, un ricevimento con tappeto rosso per una figura attualmente ricercata da un mandato di cattura ha sollevato molte critiche e interrogativi. Tuttavia, è innegabile che siano stati compiuti progressi, anche se resta da capire se si tratti di cambiamenti superficiali o di iniziative concrete. Entro la fine di gennaio 2025, si prevede un incontro trilaterale, o almeno un colloquio tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il che rappresenterebbe un passo significativo nella direzione della pace.

Riflessioni sul passato

La storia recente ricorda che, solo tre anni e mezzo fa, Putin tentò di assassinare Zelensky, un’azione che fu fermata grazie all’intervento dell’allora presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Questo contesto rende ancora più rilevante l’attuale fase dei negoziati. Durante una trasmissione, il giornalista del Manifesto, Negri, ha descritto il conflitto come una guerra priva di senso. Tuttavia, è essenziale considerare che la guerra, per quanto orribile, non è mai priva di significato.

La lotta del popolo ucraino

Il popolo ucraino sta combattendo da oltre tre anni per la propria esistenza, per la salvaguardia della propria terra, delle proprie abitazioni e dei propri figli. Questa lotta è tutt’altro che priva di scopo. Nonostante le difficoltà, il fatto che sette leader europei e occidentali si siano riuniti attorno a Zelensky e Trump per discutere della situazione dopo anni di conflitto rappresenta un segnale positivo. La ripresa del dialogo è un segno di speranza in un contesto altrimenti desolante e potrebbe portare a sviluppi futuri più costruttivi.

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