Balzanelli: ‘Riconsiderare l’uso del Taser, può causare arresto cardiaco’

Veronica Robinson

Agosto 20, 2025

Mario Balzanelli, presidente della società scientifica SIS118, ha espresso preoccupazione riguardo all’uso del Taser da parte delle forze di Polizia italiane, introdotto nel settembre 2018. Secondo Balzanelli, l’impiego di questo dispositivo, che può risultare pericoloso per la vita delle persone colpite, necessita di una revisione approfondita. L’esperto sottolinea che l’uso del Taser può provocare arresto cardiaco, una condizione che si verifica sia immediatamente dopo l’applicazione della scarica, sia a distanza di qualche minuto.

Descrizione del taser e dei rischi associati

Il Taser, come descritto da Balzanelli, è un dispositivo che spara due freccette collegate da fili elettrici, progettato per immobilizzare temporaneamente il soggetto. La scarica elettrica erogata ha un’intensità di 6 milliampere e una tensione di 50.000 Volt, con impulsi che possono arrivare a 20 scariche al secondo per un totale di 5 secondi. Questo meccanismo, secondo l’aritmologo Douglas Zipes, potrebbe causare un arresto cardiaco improvviso, in particolare con un ritmo di fibrillazione ventricolare. Balzanelli evidenzia che tali eventi non sono rari e si sono già verificati, sia negli Stati Uniti che in Italia.

Raccomandazioni per l’uso del taser

Per questo motivo, il presidente di SIS118 ritiene inappropriato rischiare la vita di un individuo per immobilizzarlo, anche se la probabilità di un esito fatale è statisticamente bassa. Balzanelli suggerisce che, nell’ambito di una riflessione più ampia da intraprendere a livello interistituzionale sull’uso del Taser, sia fondamentale stabilire per legge che ogni equipaggio di Polizia dotato di Taser debba avere un defibrillatore semiautomatico a bordo. Inoltre, il personale dovrebbe ricevere formazione periodica e certificazione nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione precoce (Blsd).

Limitazioni dell’uso del defibrillatore

Tuttavia, Balzanelli avverte che non è garantito che l’uso immediato di un defibrillatore e di manovre di rianimazione cardiopolmonare possa sempre ripristinare la circolazione spontanea e prevenire danni neurologici, specialmente nel caso di soggetti con patologie cardiache preesistenti.

×