Gaza: oltre 62.000 vittime e centinaia di bambini morti di fame, l’allerta delle associazioni del Prof. Foad Aodi

Veronica Robinson

Agosto 20, 2025

Le associazioni Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia), UMEM (Unione Medica Euro-Mediterranea) e AISC NEWS – Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini – hanno lanciato un appello urgente per la situazione critica nella Striscia di Gaza. Questo appello è stato diffuso dal Prof. Foad Aodi, un medico fisiatra e giornalista internazionale, che ha raccolto testimonianze dirette dai luoghi colpiti dal conflitto in corso. Aodi, che ricopre anche il ruolo di presidente onorario di Co-mai e fondatore delle associazioni coinvolte, ha condiviso le drammatiche esperienze di medici e giornalisti che raccontano in tempo reale gli eventi che si stanno verificando in Medioriente.

Il bilancio umano: oltre 62.000 vittime

Dal 7 ottobre 2023, giorno in cui è iniziato il conflitto, i dati riportano un bilancio tragico di oltre 62.000 morti, tra cui migliaia di bambini. Negli ultimi tempi, si sono registrati più di 200 decessi attribuiti alla fame, con 112 bambini sotto i cinque anni che hanno perso la vita a causa di malnutrizione acuta. Le madri, in condizioni disperate, arrivano a sperare che i loro figli risultino clinicamente malnutriti per poter ricevere un pasto. Questa situazione di emergenza alimentare si aggiunge a una crisi umanitaria già devastante, in cui la vita quotidiana è segnata dalla sofferenza e dalla perdita.

La sanità al collasso

La situazione sanitaria nella Striscia di Gaza è drammatica: oltre il 90% degli ospedali è stato distrutto o gravemente danneggiato. Strutture simboliche, come l’ospedale Al-Shifa, sono ridotte a macerie. La mancanza di elettricità, acqua potabile e forniture mediche essenziali ha reso impossibili le cure di base. Senza accesso a farmaci e attrezzature, migliaia di malati cronici, feriti e neonati affrontano una morte certa. La crisi sanitaria è aggravata da una carenza di personale, con molti operatori sanitari costretti a operare in condizioni estremamente pericolose.

Il dramma dei professionisti sanitari

Il conflitto ha avuto un impatto devastante anche sui professionisti della salute. Centinaia di <strong medici, infermieri e volontari sono stati uccisi a causa dei bombardamenti. Anche gli operatori umanitari internazionali, che hanno cercato di fornire assistenza, hanno perso la vita. La sanità di Gaza, già fragile, è stata privata delle sue figure più cruciali, quelle che con coraggio e dedizione si prendevano cura dei pazienti. La perdita di queste vite non solo compromette il presente, ma minaccia anche il futuro della sanità nella regione.

Fame e malattie: un’emergenza dentro l’emergenza

Oltre alla fame, la diffusione di malattie infettive sta aumentando a causa della mancanza di igiene e acqua potabile. Le condizioni nei campi profughi e nelle strutture d’emergenza sono inaccettabili: famiglie intere vivono senza riparo, i bambini sono esposti a infezioni e malnutrizione, mentre gli anziani sono abbandonati senza assistenza. Questa emergenza sanitaria si sovrappone a una crisi umanitaria già esistente, creando un quadro di sofferenza e vulnerabilità senza precedenti.

L’appello del Prof. Foad Aodi

Il Prof. Aodi ha sottolineato l’urgenza della situazione, affermando che “il cibo è diventato una terapia” e che gli ospedali sono ridotti a rovine. Ha esortato la comunità internazionale a non rimanere indifferente di fronte a un disastro umanitario che continua a cancellare vite innocenti ogni giorno. Le associazioni e i movimenti medici chiedono il ripristino immediato dei corridoi umanitari, la protezione del personale sanitario e delle strutture ospedaliere rimaste, oltre a un sostegno concreto per mantenere viva la solidarietà.

Richiesta di corridoi sanitari

Il Prof. Aodi ha rinnovato l’appello per i corridoi sanitari, fondamentali per garantire assistenza ai feriti. Ha ringraziato l’Italia per l’accoglienza degli ultimi pazienti, ma ha sottolineato che ci sono ancora oltre 15.000 persone in attesa di cure all’estero. L’Egitto ha recentemente inviato 19 camion di medicinali e ha accolto alcuni feriti nei suoi ospedali. Si parla di un possibile accordo di cessate il fuoco, e Aodi spera che questo avvenga al più presto per alleviare la sofferenza del popolo palestinese, sia a Gaza che in Cisgiordania.

Co-mai, UMEM e AISC continuano a impegnarsi per una mobilitazione globale, consapevoli che ogni giorno perso significa altre vite spezzate e un futuro negato a tanti bambini. La situazione richiede un’azione immediata e coordinata per affrontare la crisi umanitaria in corso.

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