Il Venezuela replica agli Stati Uniti: schierati 4,5 milioni di miliziani ai Caraibi

Rosita Ponti

Agosto 20, 2025

Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, ha reso noto il dispiegamento di quattro milioni e mezzo di miliziani nell’area dei Caraibi. Durante una trasmissione televisiva, il leader venezuelano ha dichiarato che questa azione rappresenta una risposta alle presunte minacce provenienti dagli Stati Uniti, senza fornire ulteriori dettagli. Maduro, considerato il successore politico di Hugo Chavez, ha scelto di alzare i toni in un contesto già teso, complicato dalla taglia di 50 milioni di dollari messa sulla sua testa da Washington e dalle informazioni di intelligence riguardanti l’arrivo di un ingente contingente di forze militari statunitensi nella regione. Questa operazione, secondo quanto riferito, sarebbe stata avviata dalla Casa Bianca per combattere il traffico di droga, un’accusa che ha portato il Venezuela a subire nuove sanzioni.

Le elezioni in Guyana e le tensioni territoriali

Il 1° settembre 2025 si svolgeranno le elezioni generali in Guyana, dove il governo ha già programmato un potenziamento delle misure di sicurezza nella regione dell’Essequibo. Quest’area, che si estende per quasi 150.000 chilometri quadrati e risulta ricca di risorse petrolifere e minerarie, è oggetto di contesa tra Venezuela e Guyana. Caracas ha annesso unilateralmente questo territorio, mentre la compagnia statunitense ExxonMobil, tramite la sua controllata Esso, guida un consorzio che opera nel blocco Stabroek, estraendo circa 650.000 barili di greggio al giorno, con l’obiettivo di raddoppiare la produzione entro il 2027. La situazione geopolitica in questa zona è di grande interesse per Washington, che ha deciso di inviare una missione navale nelle acque internazionali vicine al Venezuela.

Operazioni militari statunitensi nella regione

La missione navale comprende i cacciatorpediniere Uss Gravely, Uss Jason Dunham e Uss Sampson, tutti equipaggiati con sistemi di difesa missilistica Aegis. L’operazione coinvolgerà circa 4.000 marines, aerei da pattugliamento P-8 e un sottomarino d’attacco, con l’obiettivo di svolgere attività di intelligence, sorveglianza e potenziali attacchi mirati. Le manovre statunitensi sono state interpretate da Maduro come una provocazione, in un contesto già caratterizzato da tensioni diplomatiche e militari.

La reazione di Maduro e le alleanze geopolitiche

Maduro ha espresso forte disapprovazione nei confronti di quelle che ha definito “minacce stravaganti, bizzarre e assurde” da parte degli Stati Uniti, che non riconoscono le sue ultime vittorie elettorali. Pur non entrando nei dettagli delle recenti azioni statunitensi, il presidente ha ringraziato i suoi alleati, tra cui Russia, Cina e Iran, esortando la sua base politica a continuare la formazione di milizie contadine e operaie in tutti i settori. L’obiettivo è garantire una copertura su tutto il territorio nazionale con oltre 4,5 milioni di miliziani, un piano che riflette la volontà di Maduro di rafforzare la sua posizione interna e resistere alle pressioni esterne.

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