Streamer francese muore in diretta online: avviata un’inchiesta su Jeanpormanove

Rosita Ponti

Agosto 20, 2025

Oltre dieci giorni di dirette ininterrotte sulla piattaforma Kick hanno portato a un tragico epilogo: la morte in diretta di Jeanpormanove, nome d’arte di Raphael Graven, 46 anni, avvenuta davanti a migliaia di spettatori. Questo caso ha suscitato un acceso dibattito e ha portato la Procura di Nizza ad avviare un’inchiesta per fare luce su quanto accaduto.

Le indagini della Procura di Nizza

La Procura di Nizza ha aperto un’inchiesta approfondita, focalizzandosi sugli interrogatori di alcuni streamer, noti con i nomi di “Naruto” e “Safine“. Questi due individui avrebbero incoraggiato Jeanpormanove a sottoporsi a prove estreme, torture e sfide di sopravvivenza sulla piattaforma rivale di Twitch. Le autorità stanno cercando di determinare se esista un legame diretto tra le azioni di questi streamer e la morte di Graven.

I due streamer erano già stati oggetto di indagini alla fine del 2024, accusati di tre reati, tra cui violenza intenzionale di gruppo contro persone vulnerabili e arresto ingiustificato, con una durata inferiore agli otto giorni. Nonostante non ci siano prove concrete che colleghino i due alla morte di Jeanpormanove, i magistrati stanno esaminando vecchi video che sono riemersi sui social media. Uno di questi clip mostra “Naruto” mentre legge un messaggio inviato da Graven a sua madre pochi giorni prima del tragico evento, in cui il defunto esprimeva di sentirsi prigioniero e di voler fuggire da quello che definisce un “gioco della morte“.

Il tragico epilogo della diretta

La situazione è degenerata quando i complici di Jeanpormanove lo hanno trovato senza vita, decidendo poi di interrompere la diretta. Per circa dieci minuti, il corpo senza vita di Graven è rimasto esposto alla vista di migliaia di spettatori, un evento che ha scosso profondamente il pubblico e ha sollevato interrogativi etici sul contenuto delle dirette online.

La morte di Jeanpormanove ha messo in luce i rischi associati alle sfide estreme che molti streamer affrontano per attrarre visualizzazioni e seguaci. La pressione di mantenere l’attenzione del pubblico può portare a comportamenti pericolosi e, in questo caso, fatali. Le autorità stanno ora valutando le responsabilità legali degli streamer coinvolti e l’impatto delle loro azioni sulla vita di Graven.

Chi era Jeanpormanove

Jeanpormanove era un personaggio molto noto sui social, in particolare su TikTok, dove contava 582.000 abbonati. La sua fama era legata alla partecipazione a sfide estreme, tanto che aveva deciso di lasciare Twitch a causa dei regolamenti più severi di Kick, dove si era trasferito per continuare a proporre contenuti audaci.

Negli ultimi tempi, Graven aveva intensificato le sue sfide, attirando un vasto pubblico con dirette che includevano strangolamenti, colpi violenti al corpo e al viso, e colate di vernice sulla testa. Prima della sua morte, molti utenti sui social avevano denunciato le sevizie sempre più crudeli a cui era sottoposto da parte dei suoi complici. Mentre i magistrati si astengono dal formulare ipotesi, i legali degli streamer parlano di una “messinscena“, sostenendo che quelle che apparivano come sevizie non fossero tali. La ministra del Digitale, Clara Chappaz, ha definito la situazione un “orrore assoluto“, sottolineando come Jeanpormanove sia stato umiliato per mesi in diretta.

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