La Corea del Nord ha recentemente realizzato una base militare segreta nei pressi del confine con la Cina, destinata a ospitare i suoi ultimi missili balistici a lungo raggio. Questa informazione è emersa da un rapporto diffuso il 20 febbraio 2025 dal Center for Strategic and International Studies (CSIS), un think tank statunitense che si occupa di analizzare le capacità militari del regime nordcoreano.
La base, identificata come Sinpung-dong, si trova a soli 27 chilometri dalla frontiera cinese, nella provincia del Pyongan Settentrionale, nell’area nord-occidentale del Paese. Secondo il CSIS, questa struttura è progettata per accogliere missili balistici intercontinentali (ICBM), inclusi quelli con potenziale nucleare. Gli esperti avvertono che tali armamenti rappresentano una seria minaccia per la stabilità dell’Asia orientale e delle Americhe.
Il documento mette in evidenza come Sinpung-dong faccia parte di una rete di circa 15-20 basi missilistiche non dichiarate da Pyongyang, che comprendono anche strutture per la manutenzione, il supporto logistico e i depositi di missili e testate. Questo rapporto è stato definito dai ricercatori come il “primo studio open source completo che conferma l’esistenza della base”.
La scoperta avviene in un contesto in cui il leader nordcoreano, Kim Jong-un, ha recentemente ribadito l’importanza di una “rapida espansione” delle capacità nucleari della Corea del Nord. Dopo il fallito vertice di Hanoi del 2019 con l’allora presidente americano Donald Trump, Pyongyang ha riaffermato la sua determinazione a mantenere il proprio arsenale nucleare, proclamandosi potenza nucleare “irreversibile”.
Preoccupazioni internazionali e sviluppi recenti
Il dossier del CSIS si inserisce in un contesto di crescente apprensione a livello globale riguardo ai progressi del programma missilistico della Corea del Nord. Negli ultimi anni, il regime ha sviluppato missili di nuova generazione e ha intensificato i test, nonostante le sanzioni internazionali in vigore.
Nei giorni scorsi, Kim Jong-un ha annunciato una rapida espansione del programma nucleare durante un’ispezione alla nave da guerra Choe Hyon, un cacciatorpediniere da 5.000 tonnellate. Questa visita è avvenuta in concomitanza con l’inizio dell’esercitazione estiva annuale delle forze armate degli Stati Uniti e della Corea del Sud, nota come Ulchi Freedom Shield, che durerà 11 giorni e prevede la mobilitazione di 21.000 soldati, di cui 18.000 sudcoreani.
Dichiarazioni di Kim Yo-jong
Le affermazioni di Kim Jong-un sono state seguite da un attacco verbale della sorella, Kim Yo-jong, nei confronti della Corea del Sud e del suo presidente Lee Jae-myung. Kim Yo-jong ha accusato il governo sudcoreano di avere una “doppia personalità”, esprimendo il desiderio di pace mentre continua a condurre esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti.
“Lee Jae-myung non è l’uomo in grado di cambiare questo corso della storia”, ha dichiarato, come riportato dall’agenzia statale KCNA. Ha avvertito che “le relazioni intercoreane che desiderano non torneranno mai più” e ha esortato il ministero degli Esteri a prendere “contromisure adeguate” contro la Corea del Sud, definita “lo Stato più ostile” e “fedele cane” degli Stati Uniti.
Sostegno di Kim alle truppe nordcoreane
Secondo quanto riportato dall’agenzia KCNA, Kim Jong-un ha espresso il suo “incoraggiamento caloroso” agli ufficiali e ai soldati di ritorno in patria. Durante un discorso ai comandanti dell’unità operante all’estero, ha affermato: “Abbiamo un esercito eroico, il nostro esercito sta facendo ciò che deve fare e continuerà a farlo anche in futuro”.
Il recente intervento nel Kursk, dove i soldati nordcoreani hanno supportato le forze russe nella riconquista della regione occupata dagli ucraini, ha ulteriormente rafforzato la reputazione del regime come potenza militare. Secondo le informazioni dell’intelligence ucraina e sudcoreana, Pyongyang ha inviato fino a 14.000 militari nel Kursk, avendo firmato un accordo di partnership strategica con Mosca.