Il tema della salute della pelle e della prevenzione dei tumori cutanei ha acquisito particolare rilevanza, soprattutto dopo il rientro dalle vacanze estive. Il dottor Giovanni Pellacani, presidente della Sidemast (Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica e Estetica), ha recentemente condiviso il suo punto di vista sull’importanza di monitorare i nei, evidenziando che la questione non è legata a una specifica stagionalità , ma piuttosto alla necessità di effettuare controlli regolari.
Chi deve effettuare il controllo dei nei
Il 21 agosto 2025, in un’intervista rilasciata a Adnkronos Salute, Pellacani ha sottolineato l’importanza del monitoraggio dei nei per alcune categorie di persone. In particolare, le persone di età superiore ai 50 anni che hanno subito danni solari significativi e coloro che presentano più di 50 nevi con diametro superiore ai 5 millimetri sono considerati soggetti a rischio. Inoltre, chi ha una forte familiarità con neoplasie cutanee o ha avuto esperienze di melanoma in giovane età deve prestare particolare attenzione e sottoporsi a controlli periodici. Pellacani ha enfatizzato la necessità di includere queste persone in un programma di prevenzione e monitoraggio, per garantire una diagnosi tempestiva di eventuali problematiche.
Regola ABCDE per l’autodiagnosi dei nei
Il presidente della Sidemast ha richiamato l’attenzione sulla regola ABCDE per l’autodiagnosi dei nevi, fondamentale soprattutto per gli adulti. Questa regola si basa su cinque criteri: A per asimmetria della lesione, B per irregolarità dei bordi, C per variabilità del colore, D per diametro di 5-6 millimetri o più, ed E per evoluzione della lesione nel tempo. Questi parametri possono essere utili per riconoscere eventuali anomalie e decidere se è opportuno consultare un dermatologo.
La mappatura dei nei e le sue implicazioni
Pellacani ha chiarito che la mappatura dei nei non è mai stata formalmente riconosciuta come prestazione autonoma all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Questa attività è sempre stata parte integrante della visita dermatologica, durante la quale il medico può avvalersi di strumenti di primo livello come la dermatoscopia manuale. Tecniche più avanzate, come la videodermatoscopia digitale, rientrano tra le indagini di secondo livello e devono essere eseguite solo se ritenute necessarie dal dermatologo. Pellacani ha voluto sottolineare che il controllo dei nevi è sempre stato parte della visita dermatologica e non vi è stata alcuna diminuzione nell’ambito della prevenzione.
Proposte per migliorare l’accesso alle prestazioni dermatologiche
La Sidemast ha avanzato proposte per migliorare l’organizzazione dell’accesso alle prestazioni dermatologiche, suggerendo l’istituzione di due percorsi distinti. Il primo, la visita dermatologica oncologica, dovrebbe essere riservato ai casi in cui il medico di medicina generale rileva lesioni sospette, garantendo tempi di attesa rapidi per le lesioni potenzialmente pericolose. Il secondo, la visita dermatologica generale, si occuperebbe di tutte le altre condizioni cutanee non oncologiche, come malattie infiammatorie o infezioni. Questa proposta mira a ottimizzare le risorse e garantire un accesso ordinato agli screening, evitando disuguaglianze e allarmismi, assicurando che le persone a rischio ricevano le cure necessarie in tempi brevi.