La polizia di Jesi ha avviato un’indagine che ha portato alla denuncia di diversi giovani, tra cui alcuni minorenni, accusati di estorsione aggravata nei confronti di un coetaneo. L’episodio è emerso nei primi mesi del 2025 e ha coinvolto l’uso di falsi profili social per attuare la truffa.
Indagine e dinamiche del crimine
Il gruppo di ragazzi, secondo le informazioni raccolte dagli inquirenti, ha creato un profilo Instagram femminile con l’intento di ingannare la vittima. Attraverso questo profilo, sono riusciti a ottenere immagini intime del giovane, che è stato successivamente soggetto a pressioni per il pagamento di somme di denaro. La vittima, spinta dalla paura e dalla vergogna, ha ceduto alle richieste degli estorsori, consegnando loro del denaro.
Intervento delle autoritÃ
La situazione ha preso una piega diversa quando il ragazzo ha deciso di confidarsi con il padre riguardo a quanto stava accadendo. Preoccupato per la sicurezza del figlio e per la gravità della situazione, il genitore ha presentato una denuncia alle autorità . Questo gesto ha attivato le indagini da parte della polizia, che ha raccolto prove e testimonianze per identificare i responsabili.
Sicurezza online e sensibilizzazione
L’episodio ha sollevato interrogativi sul tema della sicurezza online e sull’uso dei social media tra i giovani. Le autorità locali hanno avviato una campagna di sensibilizzazione per educare i ragazzi sui rischi legati all’utilizzo delle piattaforme social e sull’importanza di segnalare comportamenti sospetti o minacciosi. La polizia di Jesi ha sottolineato la necessità di un dialogo aperto tra genitori e figli per prevenire situazioni di questo tipo, incoraggiando i genitori a monitorare l’attività online dei propri ragazzi e a discutere con loro delle potenziali insidie del web.