La mattina del 9 settembre 2025, la polizia ha avviato le operazioni di sfratto nei confronti del rinomato centro sociale Leoncavallo, situato a Milano in via Watteau. L’intervento delle forze dell’ordine è stato massiccio, con un dispiegamento di polizia e circa 130 carabinieri a garantire la sicurezza durante le operazioni. Sebbene lo sfratto fosse stato programmato per questa data, le autorità hanno deciso di anticipare l’azione, iniziata intorno alle 7.30.
Storia del centro sociale Leoncavallo
Fondato nel 1975 in via Leoncavallo, il centro sociale ha una lunga e complessa storia. Dopo essere stato sgomberato nel 1994, il Leoncavallo si è trasferito nella sua attuale sede di via Watteau. Negli anni, il centro è diventato un punto di riferimento per la cultura e la socialità a Milano, ospitando eventi, concerti e iniziative comunitarie. Tuttavia, il suo futuro è stato messo in discussione più volte, con questo sfratto che rappresenta l’ennesimo capitolo di una saga legale che dura da decenni.
Le vicissitudini legali e il risarcimento
Il processo di sfratto ha subito numerosi rinvii, accumulando un centinaio di posticipazioni. Nel novembre 2024, il ministero dell’Interno è stato condannato a risarcire 3 milioni di euro ai Cabassi, i proprietari dell’area, per il ritardo nello sgombero. In risposta, il ministero ha richiesto un risarcimento di pari importo a Marina Boer, presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo. Nei mesi precedenti, l’associazione ha manifestato interesse verso un immobile in via San Dionigi, che potrebbe rappresentare una soluzione per il trasferimento del centro sociale.
Le reazioni e la mobilitazione della comunità
In previsione dello sfratto, il Leoncavallo ha avviato una campagna di raccolta fondi per difendere il suo “diritto ad esistere”. Attraverso i propri canali social, il centro ha lanciato un appello alla comunità, sottolineando l’importanza della sua presenza a Milano. “Nel suo 50esimo anno di storia, il Leoncavallo è sotto sfratto. L’attuale spazio di via Watteau rischia realmente di scomparire per sempre”, si legge nel messaggio pubblicato sul sito ufficiale. La raccolta fondi è stata promossa con l’invito a contribuire “ognuno secondo le proprie capacità”.
Appello finale e mobilitazione
Con l’inizio delle operazioni di sfratto, il Leoncavallo ha nuovamente fatto appello ai suoi sostenitori tramite i social media: “Sono arrivati! Ci stanno sgomberando. Accorrete numerosi in via Watteau”. Questo invito ha suscitato una risposta immediata da parte degli attivisti e dei simpatizzanti, pronti a sostenere il centro sociale in questo momento critico. La mobilitazione della comunità attesta l’importanza del Leoncavallo come simbolo di resistenza e cultura nella città di Milano.