Cisint (Lega): l’invasione della Turchia in Ue con pesce d’allevamento economico

Veronica Robinson

Agosto 22, 2025

La produzione di pesce allevato in Turchia ha registrato un notevole incremento negli ultimi vent’anni, passando da 61.163 tonnellate nel 2003 a oltre 547.500 tonnellate nel 2023. Questo aumento, pari all’800%, sta creando non poche difficoltà per gli acquacoltori europei, che si trovano a dover affrontare una concorrenza sempre più agguerrita e normative sempre più restrittive imposte dall’Unione Europea.

La crescita della produzione ittica in Turchia

Nel corso degli ultimi due decenni, la Turchia ha visto una rapida espansione della sua industria della pesca. Le tre specie principali allevate nel paese – spigola, orata e trota iridea – rappresentano oltre il 95% della produzione totale. In particolare, l’allevamento della trota iridea di taglia superiore a 1,5 kg ha ricevuto sostegno finanziario dal Governo turco, contribuendo a un incremento significativo della produzione. Secondo quanto riportato da Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega, solo nel 2023 la produzione di trote in Turchia è aumentata del 31%.

Questo fenomeno ha avuto ripercussioni dirette sul mercato europeo, dove le importazioni di pesce turco sono cresciute del 20%, portando a una perdita del 10% della produzione per gli allevatori europei. La situazione mette a rischio non solo i posti di lavoro nel settore ittico europeo, ma ostacola anche gli investimenti verso pratiche di allevamento più sostenibili.

Le sfide per gli allevatori europei

L’aumento della produzione di pesce in Turchia ha portato a una crescente pressione competitiva per gli allevatori europei. Con il mercato principale delle esportazioni turche focalizzato sull’Europa, gli acquacoltori europei si trovano in una posizione precaria, costretti a confrontarsi con prezzi e pratiche di produzione che possono risultare più favorevoli rispetto a quelle locali. Le normative europee, pur mirate a garantire la sostenibilità e la qualità del prodotto, sembrano non essere sufficienti a proteggere il mercato interno dalla crescente concorrenza estera.

Cisint ha sottolineato l’importanza di un intervento da parte della Commissione Europea, chiedendo misure urgenti per proteggere il mercato italiano. La richiesta include la necessità di accordi rapidi con il Governo turco, per garantire un ambiente di concorrenza equo e per implementare azioni concrete riguardanti le importazioni di spigole, orate e trote iridee di dimensioni superiori a 1,5 kg.

Le prospettive future per il settore ittico

La situazione attuale del mercato ittico europeo richiede un’analisi attenta e strategie efficaci per affrontare le sfide poste dalla concorrenza turca. Gli allevatori europei devono adattarsi a un contesto in continua evoluzione, cercando di migliorare le proprie pratiche di allevamento e di diversificare la produzione per rimanere competitivi.

L’attenzione delle istituzioni europee è cruciale per garantire che il settore possa prosperare senza compromettere la sostenibilità. La cooperazione tra i vari attori del mercato, inclusi gli allevatori, i governi e le istituzioni europee, sarà determinante per il futuro dell’industria ittica in Europa.

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