Egitto: i tesori dell’antica città sommersa riappaiono ad Alessandria

Veronica Robinson

Agosto 22, 2025

Canopo, un tempo fiorente città portuale del Delta del Nilo, ha vissuto un periodo di grande prosperità durante le epoche tolemaica e romana. Tuttavia, la sua esistenza è stata compromessa da eventi naturali catastrofici, come terremoti e tsunami, oltre all’innalzamento del livello del mare, che hanno portato alla sua scomparsa sotto le acque. Oggi, i resti di questa storica località riaffiorano al largo di Alessandria, nella baia di Abu Qir. Il 21 agosto 2025, le autorità egiziane hanno recuperato e presentato al pubblico reperti di straordinaria importanza, tra cui statue, edifici, cisterne e un antico molo lungo 125 metri, che dimostrano come questa area fosse un vivace centro urbano, caratterizzato da templi, abitazioni e impianti per l’allevamento ittico.

Dettagli sui ritrovamenti

Il segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, Mohamed Ismail, ha fornito dettagli sui ritrovamenti, evidenziando che i corpi di molte statue, prive di testa e piedi, sono rimasti conservati intatti sul fondo dopo il crollo in mare. Tra i reperti più significativi si annoverano una sfinge di quarzo con il cartiglio di Ramses II, una statua tolemaica in granito, una figura di un nobile romano in marmo, un mercantile con ancore in pietra e una gru portuale di epoca bizantina.

Operazioni di recupero e conservazione

Le operazioni di recupero, condotte con l’ausilio di gru e sommozzatori, rappresentano un passo importante per la conservazione del patrimonio sommerso. Queste attività sono le prime in Egitto a seguire i criteri stabiliti dalla Convenzione UNESCO del 2001 sul patrimonio sommerso, che prevede che solo i reperti che soddisfano specifici requisiti scientifici vengano riportati in superficie, mentre altri restano sul fondale per preservare l’integrità del sito archeologico.

La minaccia del cambiamento climatico

Alessandria, la seconda città più grande dell’Egitto e scrigno di innumerevoli tesori archeologici, affronta attualmente la stessa minaccia che, millenni fa, portò alla scomparsa dei porti di Canopo e Thonis-Heracleion. La costa della città è in costante sprofondamento, con una media di oltre tre millimetri all’anno, rendendola particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, anche nel migliore dei scenari, entro il 2050, un terzo della città potrebbe essere sommerso o diventare inabitabile a causa dell’innalzamento delle acque. La situazione attuale richiede un’attenzione urgente e misure efficaci per preservare non solo il patrimonio storico, ma anche la vita delle persone che abitano queste terre.

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