L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha ufficialmente dichiarato lo stato di carestia nella Striscia di Gaza, una situazione che coinvolge oltre 500.000 persone in condizioni di estrema difficoltà. Questo allarmante annuncio è stato fatto il 10 settembre 2025, dopo che esperti hanno segnalato una crisi alimentare di proporzioni catastrofiche nell’enclave palestinese.
Preoccupazioni del coordinatore umanitario
Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha espresso preoccupazione durante una conferenza a Ginevra, sottolineando che la carestia “avrebbe potuto essere evitata” senza l’“ostruzionismo sistematico” da parte di Israele. Ha aggiunto che questa situazione dovrebbe essere una fonte di inquietudine per tutti, evidenziando la gravità della crisi.
Reazione del governo israeliano
La reazione da parte del governo israeliano non si è fatta attendere. Il Ministero degli Esteri ha definito l’annuncio delle Nazioni Unite come “di parte” e “basato sulle bugie di Hamas”, negando l’esistenza di una carestia a Gaza. Questa posizione è stata ribadita con fermezza, mentre il conflitto continua a creare tensioni nella regione.
Conferma della carestia da parte dell’IPC
La Integrated Food Security Phase Classification (IPC), un’organizzazione delle Nazioni Unite con sede a Roma, ha confermato che la carestia è attualmente in corso e si prevede che si estenda a Deir al-Balah e Khan Yunis entro la fine di settembre 2025. Queste aree rappresentano un’ampia porzione della Striscia di Gaza, con Khan Yunis che copre il 29,5% e Deir al-Balah il 16% della superficie totale, portando a un totale del 65,5% dell’area.
Condizioni di vita drammatiche
Gli esperti avvertono che le condizioni di vita per oltre mezzo milione di persone sono drammatiche, con il rischio di carestia e morte. Le proiezioni indicano che il numero di persone in crisi alimentare potrebbe aumentare fino a 641.000 entro la fine di settembre, sulla base dei dati raccolti fino al 15 agosto.
Definizione di carestia secondo l’IPC
Secondo la definizione dell’IPC, la carestia si verifica quando tre condizioni si verificano contemporaneamente: almeno il 20% delle famiglie affronta una grave carenza di cibo, il 30% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione acuta e almeno due persone su 10.000 muoiono di fame ogni giorno. Queste statistiche evidenziano la gravità della crisi alimentare a Gaza.
Risultato di un’escalation del conflitto
La situazione attuale è il risultato di un’escalation del conflitto negli ultimi mesi, che ha comportato spostamenti di massa della popolazione e accesso limitato alle scorte alimentari, aggravato dalle restrizioni imposte da Israele. A partire da marzo 2025, Israele ha vietato l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, consentendo solo un limitato trasferimento di rifornimenti a fine maggio, il che ha portato a gravi carenze di cibo, medicinali e carburante.
Accuse reciproche tra Israele e Hamas
Israele accusa Hamas di aver saccheggiato gli aiuti umanitari, una denuncia che il movimento islamista palestinese respinge. Le organizzazioni umanitarie, da parte loro, affermano che le restrizioni imposte da Israele rendono difficile la distribuzione degli aiuti, considerata troppo pericolosa in un contesto di conflitto attivo.