Le operazioni per l’occupazione di Gaza City sono iniziate il 3 dicembre 2025. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ordinato l’avvio di “negoziati immediati per il rilascio di tutti gli ostaggi“. Contemporaneamente, l’Italia insieme ad altri venti paesi ha condannato i nuovi insediamenti in Cisgiordania, esprimendo preoccupazione per la situazione in Medio Oriente.
Ambasciatrice israeliana sull’e1: Londra non interferisca
Tzipi Hotovely, ambasciatrice israeliana nel Regno Unito, ha rilasciato un’intervista al Daily Mail in cui ha affermato: “Non direi agli inglesi dove costruire a Londra; consideriamo l’E1 parte della Grande Gerusalemme“. Questa dichiarazione è stata fatta dopo che il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha convocato la diplomatica per discutere i piani di Israele riguardo al progetto di insediamento in Cisgiordania. Lammy ha criticato l’approvazione del progetto E1, sostenendo che questa decisione “mina gravemente” la possibilità di una soluzione a due stati per il conflitto israelo-palestinese.
Proteste dalla Finlandia per il piano e1
Il 3 dicembre 2025, il Ministero degli Esteri finlandese ha convocato l’ambasciatore israeliano a Helsinki per esprimere la propria opposizione all’approvazione del piano coloniale E1, situato a est di Gerusalemme. In un comunicato pubblicato sul suo profilo ufficiale su X, il ministero ha manifestato una “profonda preoccupazione” riguardo alla decisione dell’Alto Comitato di pianificazione israeliano di promuovere la costruzione di insediamenti nell’area E1 e ha ribadito l’importanza di garantire l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, in conformità con il diritto internazionale. Tale piano è visto dalla comunità internazionale come un tentativo di separare la Cisgiordania settentrionale da quella meridionale, compromettendo ulteriormente la creazione di uno Stato palestinese.
Negoziati per il cessate il fuoco: dichiarazioni di netanyahu
L’ufficio del primo ministro israeliano ha comunicato che al momento non sono previsti colloqui con una delegazione israeliana in Qatar o in Egitto. Netanyahu ha dato istruzioni per avviare immediatamente i negoziati per il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza e ha affermato che i colloqui avverranno solo alle condizioni di Israele. La mancanza di chiarezza su eventuali accordi per il rilascio graduale degli ostaggi, come proposto da Hamas, continua a destare preoccupazione.
Reazioni internazionali alla decisione di israele
Mike Huckabee, ambasciatore statunitense in Israele, ha dichiarato che l’approvazione del progetto di insediamento E1 da parte di Israele rappresenta una risposta alle recenti dichiarazioni di alcuni paesi occidentali che hanno annunciato l’intenzione di riconoscere la Palestina. Huckabee ha affermato che l’amministrazione del presidente Donald Trump ha modificato la posizione degli Stati Uniti, affermando che gli insediamenti israeliani non violano il diritto internazionale. Secondo Huckabee, l’azione di Israele è una reazione alle pressioni europee e all’Autorità Nazionale Palestinese per un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese.
Condanna internazionale per gli insediamenti in cisgiordania
Il 3 dicembre, ventuno paesi, tra cui l’Italia, hanno firmato una lettera di condanna nei confronti della decisione israeliana di approvare la costruzione di insediamenti nell’area E1 in Cisgiordania. La lettera è stata diffusa dal Ministero degli Esteri del Regno Unito, che ha collaborato con i rappresentanti di Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Giappone e altri. Nella dichiarazione congiunta si sottolinea che la decisione è “inaccettabile e costituisce una violazione del diritto internazionale“, chiedendo la revoca immediata dei piani di insediamento.
Percentuale di civili uccisi a gaza secondo l’idf
Secondo un’inchiesta del Guardian, l’83% delle persone uccise a Gaza durante il conflitto risultano essere civili, secondo i dati forniti dall’esercito israeliano. Questo report, realizzato in collaborazione con i media israeliani, ha rivelato che, a maggio, l’IDF aveva registrato circa 8.900 membri di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese come morti o “probabilmente morti”, mentre le autorità sanitarie di Gaza riportano un totale di 53.000 palestinesi uccisi.
Netanyahu sul controllo di gaza
Il premier israeliano ha dichiarato che, anche in caso di accordo per una tregua, Israele continuerà a perseguire il controllo su Gaza. In un’intervista a Sky News Australia, Netanyahu ha affermato: “Non ci sono dubbi che non lasceremo Hamas lì”. Ha aggiunto che la guerra potrebbe terminare “oggi stesso” se Hamas decidesse di deporre le armi e liberare i restanti ostaggi. Il suo obiettivo, ha detto, è “liberare Gaza dalla tirannia di Hamas“, sottolineando che questo comporterà la conquista delle ultime roccaforti del gruppo.