L’Associazione Meter, attiva da oltre 35 anni nella lotta contro gli abusi sui minori e nel monitoraggio della rete, ha recentemente portato alla luce l’esistenza di un gruppo Telegram denominato “Dipreisti”. Questo gruppo, già scoperto sei anni fa, è stato costantemente segnalato alle autorità competenti senza che siano state adottate misure efficaci. La denuncia è giunta alla luce il giorno successivo a un altro scandalo mediatico riguardante un gruppo chiamato “Mia Moglie”, evidenziando una preoccupante situazione di indifferenza da parte delle istituzioni.
La risposta ricevuta dall’Associazione Meter è stata non solo di indifferenza, ma anche di attacchi e insulti rivolti nei loro confronti all’interno dello stesso gruppo Telegram. Questo comportamento mette in evidenza una grave forma di ostilità nei confronti di chi cerca di denunciare abusi e sfruttamento.
La situazione è ulteriormente allarmante poiché il gruppo “Dipreisti” non include soltanto mogli, ma anche adolescenti, fidanzate giovani e, in alcuni casi, bambine. Le interazioni tra i membri avvengono anche in privato, a seguito di richieste dirette, rendendo la questione ancora più preoccupante.
Un sistema complesso e pericoloso
Accedere a questi ambienti virtuali è estremamente difficile. Il processo richiede diversi passaggi, con link che cambiano frequentemente per sfuggire ai controlli, bot di accesso e gruppi “ponte” dove vengono venduti video provenienti da telecamere nascoste installate da tecnici complici. I messaggi all’interno del gruppo si autodistruggono entro 24 ore, complicando ulteriormente il lavoro delle forze dell’ordine nel tentativo di smascherare questa rete di abusi.
Il silenzio assordante
Nonostante la gravità della situazione, il gruppo continua a operare indisturbato. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che le vittime sono minorenni, spesso incapaci di denunciare, o perché, a differenza di altri scandali, questo orrore non suscita l’attenzione mediatica necessaria.
Fortunato Di Noto, presidente di Meter, ha dichiarato: “Siamo indignati. Non possiamo più tollerare che gruppi che mercificano l’infanzia restino online nel silenzio generale. È inaccettabile che chi segnala venga deriso e insultato, mentre chi abusa di bambini continui indisturbato.” Di Noto ha anche sottolineato che, sebbene le forze dell’ordine intervengano con prontezza per rimuovere i gruppi, il problema è strutturale: gli utenti sono già pronti a ricostituire la rete criminale in pochi minuti.
L’Associazione Meter ha ribadito il suo impegno a segnalare e vigilare su queste problematiche, nonostante le difficoltà e le ostilità. È fondamentale una mobilitazione collettiva contro questa piaga sociale, poiché ogni giorno di silenzio rappresenta un’opportunità in più per gli abusatori di continuare le loro azioni.