Piromalli, attualmente detenuto nel penitenziario di via Burla a Parma, ha presentato una richiesta alla direzione del carcere per poter preparare autonomamente i suoi pasti, tra cui i tradizionali fusilli con la ‘nduja e la ‘struncatura ammollicata con le acciughe, oltre l’orario stabilito per la cucina. Questa domanda si fondava sulla Carta dei diritti dei detenuti, che prevede un’alimentazione adeguata alle condizioni personali, mirata a salvaguardare la salute e la dignità dei detenuti.
Decisione del tribunale di sorveglianza
Tuttavia, il Tribunale di Sorveglianza e successivamente la Cassazione hanno chiarito che, nel contesto del regime di 41 bis, non sono ammesse eccezioni. La decisione finale ha stabilito che i fornelli devono essere spenti alle 20, come riportato dal Quotidiano Nazionale. La posizione delle autorità giudiziarie sottolinea l’importanza di mantenere le rigide normative che regolano la vita all’interno delle carceri, soprattutto in situazioni di alta sicurezza come quella di Piromalli.