Raid di Kiev sull’oleodotto di Druzhba: Budapest protesta per il petrolio russo

Rosita Ponti

Agosto 23, 2025

L’Ungheria e la Slovacchia hanno recentemente accusato l’esercito ucraino di aver bombardato un importante oleodotto russo, interrompendo le importazioni di petrolio da Mosca per un periodo stimato di almeno cinque giorni. Questa situazione è stata dettagliata in una lettera inviata alla Commissione europea dai ministri degli Esteri dei due Paesi, Péter Szijjártó e Juraj Blanár, i quali hanno sottolineato l’importanza vitale di questo oleodotto per garantire forniture sicure ai loro Stati.

Le conseguenze del bombardamento sull’oleodotto

L’oleodotto di Druzhba, che rappresenta una delle principali vie di approvvigionamento di petrolio per l’Europa centrale, ha subito danni significativi a causa dell’attacco. I ministri hanno evidenziato come la realtà fisica e geografica renda impossibile garantire una fornitura energetica adeguata senza il corretto funzionamento di questa infrastruttura. La lettera inviata alla Commissione europea ha messo in luce la vulnerabilità della situazione energetica in Ungheria e Slovacchia, due nazioni che dipendono fortemente dalle importazioni di petrolio dalla Russia.

La reazione da Budapest è stata particolarmente forte. I funzionari ungheresi hanno dichiarato che questo è il terzo attacco subito dall’oleodotto in pochi giorni, evidenziando un clima di crescente tensione e preoccupazione per la sicurezza energetica. Il governo ungherese ha espresso il timore che tali attacchi possano compromettere ulteriormente la stabilità delle forniture di energia nella regione.

Le relazioni tra Ungheria, Slovacchia e Russia

Nonostante l’aggressione militare russa in Ucraina, Budapest e Bratislava hanno mantenuto rapporti cordiali con il Cremlino. Tuttavia, l’accaduto ha suscitato un’ondata di indignazione, in particolare da parte del governo ungherese. Il capo della diplomazia di Budapest ha dichiarato che l’attacco rappresenta un ulteriore tentativo di compromettere la sicurezza energetica del Paese, insinuando anche una strategia volta a trascinare l’Ungheria in un conflitto più ampio.

Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha anche affermato di aver denunciato l’attacco a Donald Trump, ricevendo nel contempo segnali di sostegno dall’attuale presidente degli Stati Uniti. La questione sta sollevando interrogativi sull’alleanza tra i due Paesi e sul possibile impatto delle relazioni internazionali sulla sicurezza energetica dell’Europa centrale.

Le strategie ucraine e le ripercussioni economiche

L’Ucraina, nel tentativo di ridurre le risorse economiche destinate all’esercito russo, ha intensificato le sue operazioni contro le infrastrutture energetiche in territorio russo. Secondo quanto riportato da fonti internazionali, un ufficiale ucraino ha confermato che le forze di Kiev hanno colpito la stazione di pompaggio di Unecha, situata nella regione di Bryansk, parte fondamentale dell’oleodotto Druzhba. Il governatore della regione ha segnalato un incendio causato da un bombardamento che ha colpito un’infrastruttura non specificata per il carburante.

Dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Unione Europea ha iniziato a ridurre le importazioni di gas e petrolio dalla Russia, con l’obiettivo di eliminarle completamente entro la fine del 2027. Tuttavia, Ungheria e Slovacchia si oppongono a questo piano, evidenziando la loro dipendenza dalle forniture energetiche russe e le difficoltà economiche che potrebbero derivare da un’improvvisa interruzione delle importazioni. La situazione attuale rappresenta una sfida significativa per la stabilità energetica nella regione.

×