Trump: meno di 20 ostaggi potrebbero essere ancora in vita, Israele smentisce. Onu proclama la carestia a Gaza

Rosita Ponti

Agosto 23, 2025

Almeno 52 civili hanno perso la vita a causa dei recenti bombardamenti israeliani, tra cui 12 persone che si trovavano in una scuola che accoglieva sfollati. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, la crisi alimentare a Gaza è “interamente provocata dall’uomo”, mettendo a rischio la vita di 132.000 bambini sotto i cinque anni. Il documento accusa alcuni leader israeliani di utilizzare la fame come strumento di guerra, definendo tale comportamento un “crimine di guerra”. Israele ha prontamente respinto queste affermazioni, definendole “falsità basate su dati forniti da Hamas“. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha replicato, dichiarando che si tratta di una “palese menzogna” e che la carestia è “orchestrata da Hamas“.

Trump: forse meno di 20 ostaggi ancora vivi. Israele: non è vero

Il 2 dicembre 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che probabilmente meno di 20 ostaggi israeliani, attualmente nelle mani di Hamas, sarebbero ancora vivi. Questa notizia è stata riportata dalla CNN. Durante un intervento riguardante la Coppa del Mondo nello Studio Ovale, Trump ha rivendicato di aver “fatto uscire molte persone” da Gaza, attribuendosi il merito di un accordo di cessate il fuoco mediato dall’amministrazione Biden. “Quindi ora hanno 20 ostaggi vivi, ma probabilmente non sono effettivamente 20 perché alcuni di loro potrebbero non esserci più”, ha aggiunto.

Le dichiarazioni di Trump hanno suscitato una reazione immediata e indignata da parte del Forum delle famiglie delle vittime di rapimenti e dispersi, che ha rilasciato un comunicato chiedendo un aggiornamento sulla situazione. “Signor Presidente, ci sono 50 ostaggi. Per noi, ognuno di loro rappresenta un mondo intero”, ha affermato il forum. “Se il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer, che comunica solo con gli americani e non incontra le famiglie degli ostaggi, sa qualcosa di diverso, dovrebbe prima aggiornare le famiglie. È nostro sacro dovere impedire ulteriori sacrifici e riportare tutti a casa”. Dermer è uno dei più stretti collaboratori di Netanyahu e il forum ha ripetutamente richiesto un incontro con lui. Dopo le dichiarazioni di Trump, Gal Hirsh, coordinatore per gli ostaggi di Netanyahu, ha inviato un messaggio alle famiglie, sottolineando che le informazioni in possesso di Israele non sono cambiate. “Secondo le informazioni in nostro possesso, non vi è alcun cambiamento rispetto a quelle precedentemente comunicate: 20 degli ostaggi sono vivi. Due sono in condizioni critiche, con gravi preoccupazioni per la loro vita”, ha comunicato Hirsh, come riportato dalla CNN.

L’IDF ha colpito un deposito di armi di Hezbollah nella zona di Dier Kifa, nel sud del Libano

Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno recentemente colpito un deposito di armi di Hezbollah situato nella zona di Dier Kifa, nel sud del Libano. Questa notizia è stata diffusa dalle forze armate israeliane attraverso i social media. “La presenza del deposito di armi rappresenta una violazione degli accordi tra Israele e Libano“, hanno dichiarato le IDF, aggiungendo che “continueranno a operare per eliminare qualsiasi minaccia nei confronti dello Stato di Israele“. La situazione nella regione continua a destare preoccupazione, con le forze israeliane pronte a intervenire per garantire la sicurezza del proprio territorio.

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