Anac avverte: “Prevenire infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post-sisma”

Rosita Ponti

Agosto 24, 2025

La tragedia che ha colpito il Centro Italia il 24 agosto 2016 continua a pesare sul cuore del Paese. Il terremoto che ha devastato Amatrice ha causato la morte di 237 persone, su un totale di 299 vittime. A quasi nove anni di distanza, la ferita rimane aperta e profonda, ma un aspetto positivo emerge nel contesto della ricostruzione: la criminalità organizzata non è riuscita a infiltrarsi negli appalti e nei lavori pubblici previsti per la rinascita della città.

La situazione di amatrice

La situazione di Amatrice, un comune della provincia di Rieti, rappresenta un esempio di resilienza e determinazione. Gli sforzi per ripristinare le infrastrutture e garantire la sicurezza dei cittadini sono stati costanti, nonostante le difficoltà. La trasparenza e il controllo rigoroso sugli appalti pubblici hanno impedito che la criminalità potesse approfittare della situazione, un fatto che merita di essere sottolineato in un periodo in cui le infiltrazioni mafiose sono un tema di grande attualità in molte aree del Paese.

Il percorso di ricostruzione

Il percorso di ricostruzione, sebbene lungo e complesso, sta procedendo grazie anche all’impegno delle istituzioni locali e nazionali. Il governo ha stanziato fondi significativi per sostenere la ripresa della comunità e per garantire che la memoria delle vittime non venga dimenticata. La sfida ora è quella di continuare a mantenere alta l’attenzione, affinché la ricostruzione avvenga nel rispetto delle norme e senza compromessi.

La lotta alla criminalità

In questo contesto, la lotta alla criminalità diventa fondamentale non solo per la sicurezza degli appalti, ma anche per il futuro di Amatrice e delle altre zone colpite dal sisma. La comunità, unita e determinata, guarda avanti, cercando di ricostruire non solo edifici, ma anche il tessuto sociale e culturale che il terremoto ha stravolto.

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