AgenPress. “Le esplosioni portano con sé gravi conseguenze sanitarie: senza acqua potabile, vaccinazioni e accesso umanitario, i conflitti si trasformano in focolai di colera, morbillo e polio. È necessaria una risposta operativa concreta da parte delle potenze mondiali, che non possono ignorare la situazione.” Queste le parole del Prof. Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea) e Movimento Internazionale Uniti per Unire, nonché esperto in salute globale e direttore di AISC (Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini). Aodi, che ha ricoperto ruoli significativi nel settore sanitario e accademico, ha condiviso la sua analisi attraverso vari mezzi di comunicazione, evidenziando la gravità della situazione attuale.
Impatto dei conflitti sulla salute globale
Le guerre danneggiano le infrastrutture essenziali come acquedotti e ospedali, creando un ambiente di instabilità sanitaria. In scenari di conflitto, l’interruzione dei servizi sanitari porta a una crisi umanitaria caratterizzata da mancanza di acqua potabile, interruzione delle vaccinazioni e malnutrizione. Questi fattori contribuiscono all’emergere di malattie infettive, come colera, morbillo e polio, che colpiscono in modo sproporzionato le popolazioni vulnerabili. La situazione si aggrava ulteriormente con l’aumento delle malattie diarroiche e respiratorie, rendendo le aree di conflitto veri e propri incubatori di epidemie.
La situazione a Gaza
Le recenti statistiche rivelano che in Gaza, il 70% dei bambini sotto i due anni soffre di malnutrizione acuta. Questo dato evidenzia un’alta suscettibilità a infezioni gastrointestinali e respiratorie. Il deterioramento delle condizioni igieniche e la scarsità di acqua potabile hanno portato a un aumento di malattie come diarrea ed epatite A. Inoltre, l’instabilità elettrica compromette la catena del freddo necessaria per la conservazione dei vaccini. Per i professionisti della salute che operano sul campo, ogni giorno rappresenta una lotta contro la disidratazione e le complicazioni legate alla denutrizione.
La crisi in Yemen
Nel 2024, il morbillo ha mostrato un aumento preoccupante con oltre 27.500 casi registrati e 260 decessi. La situazione è ulteriormente aggravata dalla presenza di focolai di difterite e poliovirus, con più di 270 bambini colpiti. Le ondate di colera e la crescente malnutrizione acuta hanno saturato le strutture sanitarie, già provate da carenze di personale e forniture. Le condizioni di vita precarie e l’interruzione dei servizi sanitari rendono la popolazione yemenita particolarmente vulnerabile.
Il colera in Sudan
Nel periodo 2024-2025, il colera ha colpito 15 Stati su 18 in Sudan, con 79.548 casi sospetti e 1.897 decessi. Solo tra gennaio e metà giugno 2025, si sono registrati 29.170 casi e 629 decessi. Gli attacchi a infrastrutture idriche e le migrazioni forzate hanno aggravato la situazione, con bambini e anziani tra i più colpiti. Nonostante le campagne di vaccinazione orale contro il colera, l’accesso alle cure rimane limitato.
Malattie trasmesse da vettori e il loro impatto
I conflitti hanno anche favorito la diffusione di malattie trasmesse da zanzare, come malaria e dengue. Il collasso dei sistemi sanitari ha ostacolato le campagne di disinfestazione e la distribuzione di zanzariere trattate. La malaria continua a essere una delle principali cause di mortalità infantile in Africa subsahariana, rappresentando oltre il 20% dei decessi tra i bambini sotto i cinque anni. Le popolazioni sfollate, costrette a vivere in rifugi temporanei, sono particolarmente vulnerabili a queste malattie.
Proposte per affrontare la crisi sanitaria
Le organizzazioni Co-mai, UMEM e Uniti per Unire hanno avanzato diverse proposte per affrontare la crisi. Tra queste, la creazione di corridoi sanitari protetti per garantire evacuazioni mediche e forniture di acqua e vaccini. È previsto un piano di emergenza per la potabilizzazione dell’acqua e la distribuzione di vaccini salvavita, oltre a iniziative per migliorare la nutrizione infantile. La formazione di task-force mediche e l’implementazione di un osservatorio per il monitoraggio delle epidemie sono ulteriori misure proposte per migliorare la risposta sanitaria nelle aree colpite.
Riflessioni di Aodi
Il Prof. Aodi ha sottolineato l’importanza di garantire acqua, vaccini e nutrizione come fondamentali per la salute. Ha avvertito che senza queste misure, le epidemie di colera, morbillo e polio potrebbero diffondersi ulteriormente. La necessità di abbattere le barriere burocratiche per garantire un accesso rapido a cure e forniture è cruciale. Aodi ha richiamato l’attenzione sulla situazione a Gaza, dove la malnutrizione infantile ha raggiunto livelli allarmanti, sottolineando che la salute dei bambini è indicativa del futuro di intere popolazioni.