Luca Marsella, portavoce di CasaPound Italia, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo alla situazione delle **occupazioni** in **Italia**, sottolineando la distinzione tra il caso del centro sociale Leoncavallo a **Milano** e la realtà del movimento che rappresenta. Intervistato da Il Corriere della Sera, Marsella ha affermato che, nel caso in cui le autorità tentassero di sgomberare il loro palazzo, il gruppo si opporrà attivamente, chiarendo che non si tratta di una provocazione, ma di una difesa della loro **occupazione**. Queste affermazioni giungono in risposta alle parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, pronunciate durante il Meeting di Rimini, e a pochi giorni dallo sgombero del Leoncavallo, avvenuto il 2 settembre 2025.
Le dichiarazioni di CasaPound
Marsella ha esortato i media a non paragonare la situazione di CasaPound a quella di **Milano**, sostenendo che l’operazione di sgombero del Leoncavallo è stata in realtà un accordo con il **Comune**, piuttosto che un vero sgombero. “Non ci tirate in mezzo alla storia di **Milano**”, ha dichiarato, chiedendo un trattamento equo per il suo movimento, simile a quello riservato ai **centri sociali** di sinistra.
In aggiunta, il portavoce ha evidenziato come le critiche nei confronti di CasaPound siano strumentali, ribadendo che il movimento non ha rapporti con il governo e che la sua attività è di natura **antisistema**. Marsella ha anche sottolineato che, contrariamente a quanto si possa pensare, CasaPound ha subito sgomberi sia da amministrazioni di **centrodestra** che di **centrosinistra**, ma, a differenza di altri, ha visto i suoi membri condannati per le **occupazioni**.
Il contesto delle occupazioni
Marsella ha chiarito ulteriormente la posizione del movimento, affermando che CasaPound è nato per affrontare l’emergenza **abitativa** e per recuperare spazi abbandonati. Secondo lui, mentre a sinistra esiste un “business delle **occupazioni**”, CasaPound ha come obiettivo quello di fornire abitazioni a famiglie italiane senza scopo di lucro. “C’è una differenza fondamentale tra il Leoncavallo e CasaPound“, ha specificato, evidenziando che mentre il primo occupava una proprietà privata, CasaPound si trova in un edificio di proprietà del **demanio**, un palazzo abbandonato che il movimento ha ristrutturato.
I costi e le conseguenze legali per CasaPound
La storia di CasaPound è iniziata il 27 dicembre 2003, con l’occupazione di un palazzo di sei piani in via **Napoleone III**, a **Roma**. Nel 2023, dieci attivisti legati all’occupazione sono stati condannati a pene detentive di due anni e due mesi. Questo edificio, sequestrato nel maggio 2020, ha comportato per lo **Stato** un mancato introito di circa 4,6 milioni di euro, secondo la **Corte dei Conti**. La situazione attuale rimane controversa, poiché dopo quasi 22 anni lo **Stato** non è ancora riuscito a riprendere possesso dell’immobile.
Il calcolo dei danni erariali, effettuato dai magistrati, ha portato a richiedere un risarcimento per l’omessa disponibilità dell’immobile e per la mancata riscossione dei canoni a nove dirigenti dell’Agenzia del Demanio e del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, proprietari dell’edificio. La questione rimane al centro di accesi dibattiti, evidenziando le complessità legate alle **occupazioni** e alle politiche **abitative** in **Italia**.