Spari diretti alla Ocean Viking, la Croce Rossa Italiana denuncia: “Inaccettabile attacco ai soccorritori”

Veronica Robinson

Agosto 25, 2025

Un episodio drammatico ha scosso le acque internazionali al largo della Libia, dove il 25 febbraio 2025, la nave Ocean Viking, operante per l’organizzazione non governativa SOS Mediterranée, è stata oggetto di un attacco armato da parte della Guardia Costiera Libica. La notizia ha suscitato una forte reazione, con il Presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, che ha espresso la sua solidarietà nei confronti dell’equipaggio e dei 87 migranti salvati, sottolineando l’inaccettabilità di simili atti di violenza contro chi si impegna per salvare vite umane.

Attacco armato in acque internazionali

Secondo quanto riportato dagli attivisti di SOS Mediterranée, la nave è stata colpita da centinaia di proiettili sparati dalla Guardia Costiera Libica. Le immagini dei bossoli e dei finestrini danneggiati dai colpi hanno documentato il “violento e deliberato attacco” che ha avuto luogo mentre l’equipaggio stava assistendo un gommone in difficoltà. Questo episodio ha messo in evidenza i rischi crescenti che affrontano le operazioni di soccorso in mare, in un contesto già segnato da tensioni e controversie legate alla gestione dei flussi migratori.

Condizioni dei migranti e dell’equipaggio

Nonostante l’attacco, l’equipaggio della Ocean Viking ha confermato che i 87 migranti soccorsi stanno bene. La nave, diretta verso Marina di Carrara, è stata indicata dal Ministero dell’Interno italiano come porto di sbarco. Tuttavia, gli operatori di SOS Mediterranée hanno segnalato le difficoltà legate alla lunga navigazione, che si estende per 1.300 chilometri dall’area di salvataggio. Questo tragitto, che comporta un viaggio di tre giorni e mezzo, tiene la nave lontana dalle operazioni di soccorso nel Mediterraneo, sollevando interrogativi sulle tempistiche e sulla gestione delle emergenze.

Polemiche sulle decisioni del Viminale

La giornata del 25 febbraio è stata ulteriormente segnata da polemiche legate a un’altra operazione di soccorso. L’organizzazione Mediterranea Saving Humans ha deciso di portare a Trapani dieci migranti salvati, contravvenendo alle indicazioni del Viminale che li aveva diretti verso Genova, un porto significativamente più distante. La presidente Laura Marmorale ha sottolineato l’importanza di mettere la dignità e la vita umana al primo posto, affermando che la loro azione rappresenta una risposta a una logica che considera la vita umana secondaria rispetto ad altre questioni.

Questo episodio mette in luce le sfide e le tensioni che caratterizzano le operazioni di soccorso nel Mediterraneo, evidenziando la necessità di un approccio più umano e rispettoso dei diritti fondamentali delle persone migranti.

×