Donald Trump, sempre più identificato come il ‘sindaco d’America’, ha annunciato piani per inviare truppe a Chicago, con l’intento di combattere la criminalità in quella che è considerata una roccaforte democratica. Il Pentagono sta esaminando diverse strategie, compreso il possibile schieramento della Guardia Nazionale già a settembre 2025. L’azione ha suscitato una reazione immediata da parte del governatore dell’Illinois, JB Pritzker, il quale ha denunciato l’iniziativa come un abuso di potere, sottolineando che non esiste alcuna emergenza che giustifichi tale intervento.
Reazioni politiche e opposizione
Il governatore Pritzker, insieme al sindaco di Chicago, Brandon Johnson, sta lavorando per prevenire il dispiegamento della Guardia Nazionale, che è già stata utilizzata in altre città come Los Angeles e Washington. A Washington, la polizia è stata federalizzata, e Trump ha lasciato intendere che potrebbe assumere il controllo della capitale se la sindaca non dovesse dimostrare la capacità di gestirla. Negli ultimi giorni, Trump ha espresso il suo disappunto nei confronti di Chicago, definendola un “disastro” e accusando il sindaco di incompetenza. La città , nota per la sua storia legata a figure come Al Capone, è anche riconosciuta per la sua politica di accoglienza nei confronti degli immigrati, essendo classificata come una ‘città santuario’.
Le politiche dell’amministrazione Trump
L’amministrazione Trump ha da tempo intrapreso una battaglia contro le ‘città santuario’, accusandole di ostacolare l’applicazione delle leggi sull’immigrazione. La ministra della Giustizia, Pam Bondi, ha recentemente inviato comunicazioni a vari leader locali, affermando che tali politiche saranno contestate legalmente. Le polemiche sull’eventuale intervento a Chicago sono esplose rapidamente, con critiche da parte di figure come Rahm Emanuel, ex sindaco della città , e Hakeem Jeffries, leader della minoranza alla Camera. Entrambi hanno messo in discussione l’autorità di Trump nel schierare truppe contro i cittadini americani, accusandolo di voler distogliere l’attenzione dalla sua popolarità in calo.
Il futuro delle grandi città americane
L’interesse di Trump per la gestione delle grandi città non è una novità . In passato, quando era un imprenditore immobiliare, si era parlato di una sua possibile candidatura a sindaco di New York, grazie al suo impegno per migliorare la sicurezza e l’estetica della città . Oggi, da presidente, continua a promettere interventi per migliorare le condizioni urbane, come nel caso di Washington, dove ha promesso di combattere il crimine e migliorare parchi e strade. Con Chicago sotto i riflettori, molti si chiedono quale sarà il suo prossimo obiettivo. Città come Baltimora e New York sono nel mirino, con Trump che ha già accennato alla possibilità di inviare truppe se necessario, soprattutto in vista delle elezioni municipali di novembre a New York, dove il candidato democratico Zorhan Mamdani potrebbe diventare un bersaglio per il presidente.