Il 26 agosto 2025, i patriarchi cristiano e ortodosso, Pierbattista Pizzaballa e Teofilo, hanno rilasciato un comunicato congiunto in cui hanno sottolineato la drammatica situazione umanitaria a Gaza. Attualmente, circa 500 persone sono ospitate nella parrocchia della Sacra Famiglia, situata a Nord di Gaza, una zona fortemente colpita dal conflitto in corso.
La situazione a Gaza
Nella nota, i due patriarchi hanno espresso preoccupazione per le condizioni di vita delle persone che cercano rifugio nella parrocchia. Questo luogo è diventato un punto di raccolta per coloro che fuggono dalla violenza e dalla devastazione, cercando sicurezza e assistenza. La comunità locale, insieme a diverse organizzazioni umanitarie, sta facendo il possibile per fornire supporto a queste famiglie, offrendo cibo, acqua e assistenza medica.
Le tensioni tra Israele e Hamas continuano a intensificarsi, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria. Le infrastrutture sono state gravemente danneggiate e l’accesso a beni di prima necessità è limitato. I patriarchi hanno esortato la comunità internazionale a intervenire con urgenza per garantire aiuti e protezione ai civili, sottolineando l’importanza del dialogo e della pace.
Il ruolo delle autorità religiose
Pizzaballa e Teofilo hanno ribadito la necessità di un impegno collettivo da parte delle autorità religiose e politiche per affrontare la crisi. Hanno invitato i leader mondiali a non dimenticare la sofferenza dei popoli coinvolti e a lavorare per una soluzione duratura al conflitto. La loro dichiarazione si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per le violazioni dei diritti umani e la protezione dei civili in zone di guerra.
La parrocchia della Sacra Famiglia, grazie alla sua posizione strategica e alla rete di solidarietà che ha creato, continua a rappresentare un faro di speranza per molti. Tuttavia, le sfide rimangono enormi e la comunità locale si trova a dover affrontare una situazione di emergenza che richiede un’azione immediata e coordinata.
L’appello dei patriarchi è un richiamo alla responsabilità collettiva, affinché la comunità internazionale non chiuda gli occhi di fronte a una crisi che richiede solidarietà e intervento. La speranza è che, attraverso un dialogo sincero e un impegno concreto, si possa trovare una via d’uscita da questo conflitto devastante, ripristinando la dignità e la sicurezza per tutti.