In Kenya, recenti scoperte hanno portato alla luce nuove fosse comuni legate alla “setta del digiuno”, un gruppo controverso guidato dal predicatore Paul Mackenzie. Le autorità locali hanno recuperato cinque corpi a Kwa Binzaro, un villaggio situato alla periferia di Malindi, nella contea di Kilifi. Questo ritrovamento avviene a pochi chilometri dalla foresta di Shakahola, dove nel 2023 erano stati riesumati oltre 400 cadaveri. La Direzione delle indagini criminali del Kenya ha confermato che l’area di interesse è molto vasta e si prevede che nei prossimi giorni possano emergere ulteriori tombe.
Indagini e vittime
Le indagini, condotte dall’ufficio del procuratore generale, indicano che le vittime potrebbero essere morte per fame o soffocate a causa delle ideologie religiose estreme diffuse da Mackenzie, il quale si trova attualmente sotto processo insieme a 29 coimputati con accuse molto gravi, tra cui genocidio. Le stime suggeriscono che la setta avrebbe causato la morte di oltre 400 persone, inclusi 191 bambini, mentre la Croce Rossa keniana stima che il numero degli adepti scomparsi possa superare le 610 unità.
Testimonianze e rituali
Testimonianze di alcuni minori, protetti da un programma di sicurezza, rivelano che sono stati costretti a partecipare a rituali macabri, compresa la sepoltura dei propri familiari. Questi giovani sono stati convinti a digiunare fino alla morte con la promessa di “vedere Gesù in paradiso”. Fonti locali segnalano che Mackenzie è riuscito a persuadere anche famiglie di fede islamica a convertirsi al cristianesimo per seguire i suoi insegnamenti.
Scavi e identificazioni
Il patologo governativo Richard Njoroge ha comunicato che, all’inizio degli scavi a Kwa Binzaro, erano stati identificati 27 sospetti siti di sepoltura. Finora sono stati aperti sei di questi siti, portando al ritrovamento di cinque corpi e dieci resti umani sparsi in superficie. Njoroge ha anche lanciato un appello ai cittadini che hanno perso i propri cari o sospettano di aver subito una scomparsa, invitandoli a recarsi al Malindi District Hospital. Qui, un ufficio della Croce Rossa sta raccogliendo dati e campioni di DNA per facilitare le identificazioni.