“Territori e sicurezza: analisi delle mappe relative ai negoziati”

Veronica Robinson

Agosto 26, 2025

Dietro l’apparente immobilismo dei negoziati, le cancellerie europee sono attivamente impegnate nel fornire il massimo supporto a Kiev. Recentemente, si è tenuto un nuovo contatto telefonico tra i ministri degli Esteri dei Paesi che hanno partecipato al vertice di Washington il 18 agosto 2025. I temi centrali di discussione riguardano i territori e le garanzie di sicurezza, elementi fondamentali per delineare un possibile scenario per l’Ucraina dopo il conflitto.

Situazione attuale delle regioni ucraine

Attualmente, sette regioni ucraine risultano occupate, sia parzialmente che totalmente, dalle forze russe. La Crimea, persa da Kiev nel 2014, è un argomento che non viene nemmeno menzionato, quasi a suggerire che anche gli Stati Uniti l’abbiano già considerata una perdita definitiva. Le regioni del Donbass, che comprendono Donetsk e Luhansk, rappresentano una priorità per Mosca, ricche di risorse minerarie. Nonostante ciò, le forze russe controllano meno dell’80% di queste aree.

Occupazione delle regioni e analisi strategica

In aggiunta, i russi detengono poco più del 70% delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, mentre occupano anche l’1% della regione di Sumy e il 5% di Kharkiv. Secondo alcune analisi, questo potrebbe essere il prezzo che Putin è disposto a pagare in cambio di un accordo che includa il Donbass, la Crimea e un congelamento della linea del fronte nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.

Garanzie di sicurezza per l’Ucraina

Tuttavia, una domanda cruciale rimane: quali garanzie di sicurezza potrebbero essere offerte all’Ucraina? Il Cremlino ha chiaramente espresso il suo rifiuto di vedere Kiev entrare nella NATO e ha escluso la presenza di soldati dell’Alleanza sul territorio ucraino, a meno che non ci siano anche forze cinesi e russe. L’ex presidente Donald Trump ha dichiarato che non verranno più inviati fondi all’Ucraina, sostenendo che gli aiuti economici arriveranno esclusivamente dall’Europa. In questo contesto, si stima che almeno 100 miliardi di euro potrebbero essere destinati a Washington per l’acquisto di armi, suggerendo un sistema di pagamento per il supporto militare.

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