Chikungunya: errori comuni e necessità di dati per affrontare le zanzare

Rosita Ponti

Agosto 27, 2025

Massimo Ciccozzi, specialista in epidemiologia e statistica medica, ha recentemente lanciato un allerta riguardo alla mancanza di un sistema globale efficace per il monitoraggio in tempo reale delle malattie virali. Durante un’intervista, Ciccozzi ha sottolineato che la zanzara rappresenta l’animale più letale del mondo, responsabile di un numero di decessi annuali superiore a qualsiasi altra specie, a causa della diffusione di malattie come Chikungunya, Dengue e malaria. In particolare, ha messo in evidenza come la Chikungunya stia diventando una crescente preoccupazione anche in Europa, con il Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) che ha recentemente lanciato un monito sulla situazione attuale.

Il team di scienziati italiani

Un gruppo di scienziati italiani, che fa parte del team Gabie (Genomics, Ai, Bioinformatics, Infectious diseases, Epidemiology), ha pubblicato un’analisi sulla rivista ‘Pathogens and global health’. Tra i membri del team figurano Francesco Branda e Massimo Ciccozzi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Giancarlo Ceccarelli dell’Università Sapienza di Roma e Fabio Scarpa dell’Università di Sassari, insieme a Davide Zella e Francesca Benedetti dell’University of South Florida. Gli esperti hanno evidenziato che, sebbene la pandemia di Covid-19 abbia messo in luce l’importanza della condivisione dei dati, l’approccio attuale nella gestione di malattie come la Chikungunya non ha imparato sufficientemente dalle esperienze precedenti. Si osserva una crescente mancanza di trasparenza e cooperazione nelle aree fondamentali per il controllo delle malattie virali, con la Chikungunya che rappresenta un chiaro esempio di un sistema di sorveglianza globale inadeguato e disomogeneo.

Espansione delle zanzare

Gli esperti avvertono che le zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus, principali vettori del virus, stanno ampliando il loro raggio d’azione in nuove aree geografiche a causa dei cambiamenti climatici e dell’urbanizzazione. Malattie che un tempo erano limitate a regioni tropicali si stanno diffondendo in aree temperate, inclusa l’Europa. Tuttavia, non esiste un sistema centralizzato per il monitoraggio e la raccolta di dati in tempo reale, il che rende difficile tracciare l’evoluzione del virus e le sue mutazioni.

Assenza di una rete di dati

Il gruppo di ricercatori ha evidenziato l’assenza di una rete di dati condivisi su larga scala per gli arbovirus, sottolineando come i dati epidemiologici e le informazioni sui vettori siano spesso sparsi e non centralizzati. Questa mancanza di accessibilità limita non solo la ricerca, ma anche le politiche di risposta alle epidemie. Gli autori hanno notato che, nonostante l’aumento delle epidemie di Chikungunya e di altre malattie virali, le risorse destinate alla ricerca rimangono insufficienti. È fondamentale che la comunità scientifica e i decisori politici collaborino per creare una rete globale di dati che consenta un intervento tempestivo e una gestione efficace delle malattie virali.

Incremento dei casi in Veneto

In Veneto, rapporti recenti hanno confermato un incremento dei casi di Chikungunya, portando il totale a 10, di cui 7 sono stati confermati e 3 considerati probabili. Tutti i pazienti, residenti nel Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, sono attualmente in buone condizioni e si trovano a casa. La Direzione Prevenzione della Regione Veneto ha comunicato che gli ultimi casi non mostrano correlazioni epidemiologiche con le aree precedentemente colpite e si prevede un rafforzamento delle misure di prevenzione per limitare la diffusione dell’infezione.

Comportamenti preventivi

La Chikungunya, come indicato dagli esperti, non si trasmette da persona a persona, ma esclusivamente tramite la puntura di zanzare infette del genere Aedes. È essenziale adottare comportamenti preventivi per ridurre il rischio di punture, come l’utilizzo di repellenti cutanei, l’installazione di zanzariere e l’eliminazione di fonti di acqua stagnante che possono favorire la riproduzione delle zanzare. La situazione attuale richiede un’attenzione particolare e misure efficaci per contrastare la diffusione di queste malattie.

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