Il Comune di Milano si trova al centro di un’inchiesta per presunta violazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Secondo quanto riportato dall’ex docente di urbanistica Alberto Roccella, consulente dei pubblici ministeri, l’amministrazione comunale ha attribuito alla Commissione per il paesaggio, coinvolta in una maxi-inchiesta sull’urbanistica, funzioni non consentite, mischiando responsabilità di tutela paesaggistica con compiti urbanistici ed edilizi. Questo comportamento, avviato nel 2014, sarebbe stato motivato da una volontà politica di mascherare attività di grande impatto economico e urbanistico sotto le spoglie della tutela del paesaggio.
La relazione di Alberto Roccella
Il 13 agosto 2025, Roccella ha presentato una relazione ai pubblici ministeri Petruzzella, Filippini e Clerici, depositata agli atti del Riesame. In questo documento, il professor Roccella fornisce chiarimenti normativi riguardanti la Commissione comunale per il paesaggio, con particolare attenzione alla situazione attuale di Milano. Nella parte finale della relazione, viene evidenziato come il regolamento edilizio del 2014 abbia ripristinato la Commissione edilizia, alterando il precedente rapporto con la Commissione paesaggistica, che è stata sciolta ad aprile 2025 e ha svolto funzioni di commissione edilizia in modo unico.
Roccella mette in luce come l’attribuzione di funzioni urbanistiche ed edilizie alla Commissione per il paesaggio, in base al regolamento edilizio e alle norme del PGT, rappresenti una violazione delle leggi regionali precedentemente in vigore. Queste leggi, abrogate nel tempo, stabilivano chiaramente la necessità di una differenziazione tra le attività di tutela paesaggistica e quelle di amministrazione urbanistica ed edilizia. La normativa vigente, quindi, non consente di mescolare le competenze della Commissione per il paesaggio con ulteriori funzioni urbanistiche e edilizie.
Le implicazioni legali e politiche
Roccella sottolinea che la violazione da parte del Comune di Milano non può essere giustificata come una semplice incertezza interpretativa. La spiegazione più plausibile, secondo il consulente, è che fin dal 2014 ci sia stata una volontà politica precisa di influenzare l’opinione pubblica, nascondendo le attività di grande rilevanza economica sotto la facciata della tutela del paesaggio. Questo approccio ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità delle decisioni urbanistiche adottate dalla giunta comunale.
La questione ha attirato l’attenzione anche della Regione Lombardia, che, secondo Roccella, non ha vigilato adeguatamente su questa violazione. La situazione evidenzia la necessità di un controllo più rigoroso sulle pratiche urbanistiche e sull’applicazione delle normative vigenti, affinché si garantisca il rispetto delle leggi e la salvaguardia del patrimonio culturale e paesaggistico.
In un contesto in cui la pianificazione urbana gioca un ruolo cruciale nello sviluppo delle città , la questione sollevata da Roccella potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro delle politiche urbanistiche a Milano e oltre. La trasparenza e l’aderenza alle normative sono essenziali per assicurare che gli interessi pubblici siano tutelati e che le decisioni siano prese nel rispetto delle leggi vigenti.