Nord e Sud Italia a confronto: perché la speranza di vita cambia da regione a regione

Longevità

Perchè in alcuni paesi l'aspettativa di vita è più alta? E l'Italia come è messa?-rcovid19.it

Lorenzo Fogli

Agosto 27, 2025

Uno studio internazionale sull’aspettativa di vita al 2050 conferma che gli europei del Sud, in particolare italiani, spagnoli e francesi, continueranno a essere tra i più longevi del mondo. Alimentazione, stile di vita e fattori culturali sono alla base di questo primato.

Secondo uno studio americano pubblicato nel 2024 e ripreso dal The Economist, entro il 2050 gli abitanti dell’Europa meridionale resteranno tra i più longevi al mondo. In testa si collocano Italia, Spagna e Francia, dove l’aspettativa di vita supererà in media gli 87 anni per le donne e gli 83 anni per gli uomini. Tra i motivi emergono fattori già noti, come l’adesione diffusa alla dieta mediterranea, l’abitudine a spostarsi a piedi grazie a città più accessibili e il mantenimento di una solida vita sociale. Ma le ragioni non si esauriscono qui.

Abitudini alimentari, meno obesità e drastica riduzione del consumo di alcol

Gli esperti concordano sull’importanza dell’alimentazione. La dieta mediterranea, caratterizzata da un consumo elevato di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, olio d’oliva e pesce, rimane un pilastro. Rispetto ai Paesi del Nord Europa e al Nord America, dove fast food e junk food hanno un peso maggiore, nel Sud Europa il modello alimentare tradizionale continua a essere più radicato, soprattutto negli anziani. Questo contribuisce a tenere sotto controllo colesterolo, diabete e malattie cardiovascolari, principali cause di morte premature.

Un altro fattore riguarda l’obesità. Secondo l’Oms, nel 2025 il tasso di obesità negli Stati Uniti ha raggiunto il 42% nella popolazione adulta, mentre in Italia è attorno al 12%, con valori più bassi in Spagna e Francia. Essere sovrappeso o obesi è socialmente meno accettato in Italia e in Francia rispetto al Nord America, dove il fenomeno è ormai diffuso e normalizzato. Questo freno culturale agisce da deterrente e contribuisce a contenere rischi cronici.

Alimentazione e durata della vita
La dieta e lo stile di vita influirebbe molto sulla longevità-rcovid19.it

Fondamentale anche l’aspetto legato al consumo di alcol. Negli anni ’70 italiani e francesi erano tra i più forti consumatori al mondo, superando i 20 litri di alcol puro per adulto all’anno. Oggi la media in Italia è scesa a 5 litri, secondo i dati Istat 2025, quasi la metà rispetto alla media europea, ferma a 9,2 litri. La riduzione drastica ha avuto ricadute evidenti sulla salute pubblica, abbassando l’incidenza di malattie epatiche, tumori e incidenti stradali collegati all’abuso di alcol.

Lo stile di vita urbano è un ulteriore punto di forza. Gran parte delle città del Sud ha centri storici pedonali, che favoriscono lo spostamento a piedi o in bicicletta. Camminare abitualmente contribuisce a mantenere livelli di attività fisica superiori alla media, riducendo sedentarietà e rischi connessi. A questo si aggiunge l’importanza della rete sociale: nei paesi mediterranei la famiglia allargata e le relazioni di vicinato giocano un ruolo protettivo contro isolamento e depressione, fenomeni che hanno conseguenze anche biologiche sull’invecchiamento.

Longevità diseguale in Italia tra Nord e Sud e fattori socioeconomici

Nonostante i primati a livello globale, in Italia resiste un divario interno che riguarda l’aspettativa di vita. Gli ultimi dati Istat indicano che nel 2024 un meridionale vive in media 1,5 anni in menorispetto a un settentrionale. Una differenza che si è consolidata dagli anni Novanta, quando la sopravvivenza era invece leggermente più alta al Sud.

Le ragioni del sorpasso sono diverse. In passato i nordici seguivano una dieta più ricca di grassi animali, come burro e strutto, e fumavano di più. Oggi la situazione si è invertita: il fumo è più diffuso tra gli uomini del Sud, con percentuali superiori al 25%, mentre al Nord i valori medi sono scesi sotto il 20%. Contestualmente, il sovrappeso colpisce oltre il 36% degli adulti meridionali, contro il 29% al Nord.

Un altro fattore riguarda le condizioni del servizio sanitario. Secondo l’ultimo rapporto del Ministero della Salute (2025), l’efficienza ospedaliera e territoriale resta mediamente più alta nelle regioni settentrionali, con tempi di attesa ridotti e maggiore disponibilità di screening preventivi, come mammografie e colonscopie. Questo gap si traduce in un vantaggio cumulativo in termini di diagnosi precoce e accesso alle cure.

Sul piano culturale, la percezione sociale di rischio legata all’alimentazione sbagliata e al consumo di tabacco appare più consolidata al Nord, dove le campagne di sensibilizzazione hanno trovato maggiore adesione. Al Sud pesano invece le condizioni socioeconomiche: disoccupazione più elevata, redditi medi più bassi e difficoltà di accesso alle strutture di prevenzione favoriscono stili di vita meno salutari.

Gli epidemiologi ricordano che la longevità non dipende solo dai geni o dalle tradizioni alimentari, ma da un insieme di abitudini, infrastrutture e condizioni economiche. Nonostante le differenze interne, le previsioni confermano il ruolo dell’Europa del Sud come area a più alta speranza di vita. Uno scenario che, secondo l’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle, resterà inalterato almeno fino al 2050.

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