Ocse: crescita del +0,4% nel secondo trimestre, l’Italia in recessione lieve

Veronica Robinson

Agosto 27, 2025

L’economia dell’area Ocse ha mostrato un segnale di ripresa nel secondo trimestre del 2025, con un incremento del Pil pari allo 0,4%, in netta crescita rispetto al 0,2% registrato nei primi tre mesi dell’anno. Le informazioni sono state diffuse oggi dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, evidenziando un’andamento simile anche nel G7, dove il tasso di crescita è passato dallo 0,1% allo 0,4%.

Il recupero degli Stati Uniti

A guidare questa ripresa è stato principalmente il recupero degli Stati Uniti, che hanno registrato una crescita dello 0,7% dopo una flessione dello 0,1% nel trimestre precedente. Questo miglioramento è stato supportato da un calo delle importazioni di beni e da un aggiustamento delle scorte. In Europa, Francia e Giappone hanno mostrato un progresso più moderato, entrambi con un incremento dello 0,3%. Al contrario, la Gran Bretagna ha visto un rallentamento, passando da una crescita dello 0,7% a una del 0,3%, mentre il Canada ha registrato una stagnazione, con una crescita pari a zero.

Le difficoltà dell’Europa continentale

Il quadro si complica per l’Europa continentale, in particolare per la Germania, che ha subito un calo dello 0,3% nel trimestre, principalmente a causa della diminuzione delle esportazioni. Anche l’Italia ha mostrato segnali di debolezza, con un arretramento dello 0,1% dopo la crescita dello 0,3% del primo trimestre. Su base annua, il Pil italiano avanza dello 0,4%, evidenziando un rallentamento rispetto al 0,7% dei primi tre mesi dell’anno.

Nel complesso, la crescita annua dell’area Ocse si mantiene stabile all’1,7%, con gli Stati Uniti in vetta (+2,0%) e la Germania in fondo alla classifica (+0,2%). Per l’Italia, questo segnale di debolezza si aggiunge alle difficoltà di un ciclo economico che stenta a consolidarsi, in un contesto europeo caratterizzato da una bassa domanda esterna e da investimenti in calo. Inoltre, il rallentamento tedesco incide negativamente sulle prospettive future, mentre la crescita americana dimostra come le dinamiche commerciali possano avere un impatto significativo sui conti nazionali.

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