Sempre più bambini italiani ricevono uno smartphone già tra i 7 e i 9 anni, ma studi internazionali mostrano che un utilizzo così precoce può compromettere attenzione, sonno e regolazione emotiva. Per questo i pediatri raccomandano di posticipare l’accesso almeno dopo i 12 anni.
Nel giro di un decennio, lo smartphone è diventato un oggetto onnipresente anche nell’infanzia. Secondo i dati diffusi dall’Istat nel 2024, oltre il 58% dei bambini italiani tra i 7 e i 10 annipossiede già un telefono personale, mentre nella fascia 11-13 anni la percentuale sale all’85%. Un incremento che solleva crescenti preoccupazioni tra neuropsichiatri infantili e pediatri, poiché lo sviluppo del cervello in età scolare non è ancora completo e l’esposizione digitale precoce può interferire con vari processi cognitivi.
La corteccia prefrontale, sede del controllo degli impulsi, dell’autoconsapevolezza e della regolazione emotiva, inizia a svilupparsi in modo più avanzato solo dopo i 12 anni. Prima di questa soglia, i bambini risultano più vulnerabili agli effetti di un uso intensivo di schermi. Gli studi condotti tra 2018 e 2025 da istituti come l’American Academy of Pediatrics e l’Università di Harvard hanno individuato una correlazione significativa tra uso prolungato dello smartphone sotto i 12 anni e una serie di disturbi: difficoltà di concentrazione, aumento dell’irritabilità, problemi di apprendimento e frammentazione del sonno.
I rischi dello smartphone precoce sullo sviluppo neuropsicologico
Il tempo trascorso sugli schermi è spesso sottratto alle attività fisiche. Nei bambini sotto i 10 anni che utilizzano lo smartphone più di due ore al giorno, il rischio di sovrappeso e obesità risulta aumentato del 30%, come evidenziato nel rapporto OMS 2023 sull’infanzia e i media digitali. Riduzione del movimento, posture scorrette e minore esposizione alla luce naturale si combinano poi con la difficoltà di addormentarsi, legata alla luce blu degli schermi.

Sul piano emotivo, studi recenti pubblicati su JAMA Pediatrics nel 2024 hanno mostrato che bambini esposti quotidianamente a videogiochi violenti sui dispositivi mobili riportano maggiori livelli di ansia e impulsività e una tendenza ad adottare comportamenti aggressivi per risolvere conflitti. La fruizione costante di contenuti rapidi e frammentati risulta associata anche a una più bassa soglia di attenzione e a una ridotta tolleranza alla frustrazione.
Gli effetti si estendono anche alla sfera delle relazioni: la presenza precoce di uno smartphone riduce il tempo trascorso nei giochi con i coetanei, componente essenziale per lo sviluppo delle abilità sociali. Un’indagine del Centro di ricerca Innocenti dell’UNICEF (2024) ha confermato che bambini privi di un dispositivo personale fino ai 12 anni mantengono più a lungo relazioni attive con compagni e comunità locali.
Perché aspettare i 12 anni e le nuove raccomandazioni degli esperti
Tutti i principali rischi si riducono progressivamente dopo i 12 anni, quando lo sviluppo della corteccia prefrontale procede e i processi decisionali migliorano. Questo spiega perché le maggiori organizzazioni pediatriche, tra cui la Società Italiana di Pediatria (Sip) e la European Academy of Child Psychiatry, raccomandino di evitare lo smartphone personale prima della scuola secondaria di primo grado.
Nel 2025 alcune regioni italiane, come la Toscana e l’Emilia-Romagna, hanno avviato campagne di sensibilizzazione per i genitori, suggerendo di ritardare il momento del primo smartphone e di privilegiare tablet condivisi o dispositivi senza accesso illimitato ai social. Parallelamente, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha diffuso linee guida che limitano l’uso personale dei cellulari nelle scuole elementari, riconoscendo il rischio di distrazione e isolamento sociale.
Gli esperti sottolineano che la questione non riguarda solo la disponibilità, ma anche la qualità e la supervisione nell’uso. L’assenza di regole e filtri può amplificare l’impatto dei contenuti inadeguati, mentre un uso guidato e limitato nel tempo può ridurre i rischi. La linea condivisa dai ricercatori è comunque chiara: posticipare lo smartphone personale almeno fino ai 12 annirappresenta la scelta più prudente per salvaguardare lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini.