L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM), la Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire, sotto la direzione del Professor Foad Aodi, hanno proclamato la loro adesione alla giornata nazionale di digiuno per Gaza, che si è svolta il 28 agosto 2025. Il Professor Aodi, noto medico e giornalista internazionale, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa come segno di solidarietà e impegno per la salute globale.
La rete di giornalisti AISC NEWS, guidata da Aodi, si è dedicata a fornire notizie indipendenti e verificate sulla situazione a Gaza, incrociando dati provenienti da agenzie internazionali con testimonianze di corrispondenti sul campo e professionisti sanitari di UMEM.
Un bilancio drammatico della crisi sanitaria
Dalle ultime analisi, risulta che, dall’inizio del conflitto, 1.422 medici e operatori sanitari hanno perso la vita, mentre il 95% delle strutture ospedaliere ha subito danni significativi, rendendole inoperabili. Molti professionisti della salute sono stati uccisi durante bombardamenti, mentre altri sono deceduti a causa di malattie per mancanza di farmaci e cibo. Il bilancio include anche 273 giornalisti uccisi, evidenziando un attacco diretto ai diritti fondamentali alla salute e all’informazione.
Un appello unitario delle professioni sanitarie
La giornata di digiuno ha visto la partecipazione non solo delle associazioni promotrici, ma anche di un numero crescente di professionisti della salute, supportati dalla FNOMCeO e da vari ordini professionali, che comprendono medici, infermieri, farmacisti e fisioterapisti. Questa mobilitazione ha messo in evidenza la maturità civile dell’Italia, riconosciuta a livello internazionale. Aodi ha chiarito che la questione non è di natura religiosa, ma politica, e ha invitato a non confondere le azioni del governo israeliano con la comunità ebraica in Italia, che condivide battaglie comuni contro l’antisemitismo e l’islamofobia.
Il peso dei numeri e la responsabilità internazionale
Le associazioni hanno richiamato l’attenzione sulla devastazione causata dalla guerra, con ospedali distrutti e una perdita inaccettabile di vite umane tra i professionisti della salute. Aodi ha affermato che la situazione attuale è senza precedenti e che la sofferenza non colpisce solo i palestinesi, ma anche gli israeliani che chiedono un cessate il fuoco al governo Netanyahu.
Il ruolo dell’Italia e delle istituzioni
Aodi ha sollecitato il governo Meloni e il ministro Tajani ad ascoltare le richieste dei professionisti della salute e della società civile, che quotidianamente esprimono il desiderio di pace. Ha chiesto l’istituzione di una conferenza internazionale per riunire palestinesi e israeliani. Ha anche espresso gratitudine a coloro che stanno organizzando manifestazioni a favore del dialogo, evidenziando l’impegno della società civile italiana.
Dialogo e speranza come orizzonte
Nonostante il crescente scetticismo riguardo alla possibilità di pace, Aodi ha ribadito la necessità di mantenere viva la speranza. I professionisti della salute, provenienti da diverse religioni e nazionalità, devono essere inclusi nel processo di dialogo per costruire iniziative interculturali e interreligiose, affinché la politica possa trovare soluzioni a un conflitto di natura politica.
Una partecipazione diffusa in tutta Italia
La giornata di digiuno ha coinvolto un’ampia partecipazione su tutto il territorio nazionale, con oltre 60.000 professionisti della salute che hanno comunicato la loro adesione ad AMSI, Co-mai e Uniti per Unire. Questa mobilitazione ha toccato in particolare le regioni dell’Emilia-Romagna, Campania, Calabria, Sardegna, Sicilia, Lazio, Umbria, Veneto e Lombardia, dimostrando una forte volontà di solidarietà verso la popolazione di Gaza e richiedendo un immediato cessate il fuoco.
La voce di Aodi
Il 28 agosto, Aodi ha dichiarato che il digiuno rappresenta un modo per dire basta alla violenza. Ha sottolineato che non è possibile rimanere in silenzio di fronte a un conflitto che colpisce i più vulnerabili. L’acqua, le cure e la verità sono considerati elementi fondamentali per la pace, e la comunità internazionale deve assumersi la responsabilità di proteggere questi diritti.
Le battaglie sanitarie di AMSI e UMEM
Da oltre 25 anni, AMSI e UMEM sono impegnate in campagne per l’integrazione dei medici stranieri in Italia e nella cooperazione sanitaria euromediterranea. In questo periodo di emergenza, le associazioni hanno attivato reti di tele-consulti e formazione a distanza, fondamentali per i colleghi di Gaza, che operano in condizioni estremamente difficili.
Proposte concrete
Le associazioni hanno delineato cinque azioni prioritarie: protezione delle strutture sanitarie, creazione di corridoi umanitari, tutela internazionale per i professionisti della salute e dell’informazione, accesso a beni essenziali e una task force euromediterranea di medici e giornalisti.
Un movimento che cresce
La mobilitazione del 28 agosto ha visto l’adesione di numerosi ordini professionali, evidenziando un’unità di intenti tra medici e professionisti della salute. Questo evento rappresenta un passo verso un movimento collettivo che unisce professionisti e cittadini in un comune impegno per la pace.
Un messaggio universale
Aodi ha concluso affermando che chi attacca un medico o un giornalista non colpisce solo un individuo, ma l’intera comunità e il suo futuro. Il digiuno del 28 agosto è una testimonianza collettiva di resistenza morale, un richiamo a difendere i diritti dei professionisti della salute e dell’informazione come parte integrante della dignità umana.