Aumento dei casi di influenza in Australia: preoccupazioni per l’Italia

Rosita Ponti

Agosto 28, 2025

La situazione sanitaria in Australia sta sollevando preoccupazioni in tutto il mondo, in particolare in Italia, dove gli esperti avvertono di un possibile aumento dei casi di influenza stagionale. Attualmente, l’Australia sta affrontando un periodo invernale con un numero di casi di influenza in forte crescita. Le strutture sanitarie sono messe a dura prova, registrando un incremento del 70% delle infezioni rispetto all’anno precedente. Fino a luglio 2025, sono state segnalate oltre 18.000 infezioni, con un aumento delle ospedalizzazioni del 50% in sole due settimane, portando a una carenza di posti letto.

Un team di infettivologi, guardando all’andamento della malattia in Australia, prevede che l’Italia possa trovarsi di fronte a una situazione simile. Un mix di virus influenzali, tra cui il ceppo B, potrebbe colpire il nostro paese. La scarsa copertura vaccinale per questo ceppo rende la situazione ancora più allarmante. Pertanto, gli esperti raccomandano vivamente di vaccinarsi, poiché la stagione influenzale si preannuncia particolarmente intensa.

Previsioni di una stagione influenzale intensa in Italia

Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva all’Università di Milano, ha dichiarato che l’Italia si prepara a una stagione influenzale molto intensa. Secondo le sue previsioni, ci sarà una co-circolazione di vari virus influenzali, incluso il virus respiratorio sinciziale e il virus SARS-CoV-2. I ceppi influenzali A H1N1 e B Victoria saranno in circolazione, con il ceppo B che ha avuto una bassa circolazione negli anni precedenti, aumentando così la suscettibilità della popolazione all’infezione. Pregliasco sottolinea l’importanza della vaccinazione, specialmente per le persone più vulnerabili. I ceppi influenzali previsti sono simili a quelli contenuti nel vaccino antinfluenzale, che sarà disponibile a partire da ottobre.

Tempistiche e impatto della vaccinazione

Riguardo all’andamento dell’influenza in Italia, Pregliasco ha affermato che è ancora presto per fare previsioni dettagliate, poiché molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche. Tuttavia, si aspetta i primi casi già a ottobre, con una stima che prevede una diffusione del virus tra il 15 e il 25% della popolazione. Questo rappresenta un aumento rispetto al 22-23% dello scorso anno, quando si sono registrati 15 milioni di casi. La vaccinazione è fondamentale per ridurre gli effetti più gravi dell’infezione, anche se solo poco più del 50% degli over-65 si è vaccinato lo scorso anno. Pregliasco ribadisce che la vaccinazione rappresenta un’opportunità per tutti e suggerisce di approfittare della campagna vaccinale contro l’influenza per ricevere anche un richiamo per il Covid-19, vista la leggera risalita dei casi.

Le preoccupazioni degli esperti

Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell'<strong'Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha espresso preoccupazione per la prossima stagione influenzale in Italia. Secondo lui, l’assenza di una copertura vaccinale adeguata potrebbe portare a una situazione peggiore rispetto alla stagione precedente. Ha sottolineato che, se si verificasse un’epidemia simile a quella del 2024, si potrebbero contare tra i 15 e i 20 milioni di italiani contagiati, con conseguenze significative per il sistema sanitario.

Preparazione per la campagna vaccinale

Il ministero della Salute ha già emanato, nel luglio 2025, una circolare con le indicazioni per la campagna vaccinale contro l’influenza. Questa avrà inizio ai primi di ottobre e mira a vaccinare almeno il 75% della popolazione a rischio, che include anziani e persone con patologie croniche. Il vaccino sarà gratuito per gli over 60, i bambini, le persone con malattie croniche, le donne in gravidanza e gli operatori sanitari, estendendosi, dopo aver coperto le priorità, a chiunque ne faccia richiesta. Nella stagione 2023-2024, la copertura vaccinale tra gli over-65 è stata del 53,3%, mentre nella popolazione generale ha raggiunto solo il 18,9%. Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025 stabilisce obiettivi ambiziosi, puntando a una copertura del 75% per gli anziani e un target ideale del 95%.

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