Kaia Kalas (Ue): “Restituire i beni russi congelati è impensabile senza risarcimento”

Veronica Robinson

Agosto 30, 2025

Il 5 marzo 2025, Kaia Kallas, responsabile della politica estera dell’Unione Europea, ha affermato che la restituzione dei beni russi congelati a causa dell’invasione dell’Ucraina è un’ipotesi da escludere, a meno che Mosca non provveda a un risarcimento adeguato. Durante una conferenza stampa tenutasi a Copenaghen, prima di un incontro tra i ministri degli esteri dell’UE, Kallas ha sottolineato l’impossibilità di restituire tali beni senza un accordo che preveda un compenso da parte della Russia.

Congelamento dei beni russi

L’Unione Europea ha congelato beni russi per un valore complessivo di circa 210 miliardi di euro, come parte delle sanzioni imposte a Mosca in risposta alla sua aggressione nei confronti dell’Ucraina. Questo provvedimento è stato adottato per esercitare pressione su Mosca e sostenere la sovranità ucraina.

Richieste dell’Ucraina

In questo contesto, l’Ucraina, supportata da alcuni Stati membri dell’Unione, tra cui Polonia e Stati baltici, ha sollecitato l’Unione Europea a confiscare i beni russi e destinarli al sostegno economico di Kiev. Le richieste sono state accolte con scetticismo da parte di paesi come Francia, Germania e Belgio, quest’ultimo detentore della maggior parte dei beni congelati. Questi Stati hanno espresso riserve riguardo alla legalità di un’eventuale confisca e hanno evidenziato che i profitti futuri derivanti da tali beni saranno utilizzati per rimborsare le spese sostenute per assistere l’Ucraina.

Gestione dei fondi post-conflitto

Il dibattito tra i diplomatici europei si sta ora spostando su come gestire i fondi una volta concluso il conflitto in Ucraina. La questione rimane complessa e delicata, con posizioni divergenti all’interno dell’Unione Europea riguardo al futuro dei beni russi e alle modalità di sostegno a Kiev.

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