Campi Flegrei: proseguono le scosse sismiche, analisi delle cause e scenari futuri

Veronica Robinson

Agosto 31, 2025

Le recenti scosse di terremoto nei Campi Flegrei, Napoli, continuano a destare preoccupazione. Il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla sismicità nella zona, sottolineando che le temperature elevate in alcune aree potrebbero causare piccole esplosioni freatiche. Questi eventi non devono essere confusi con eruzioni di magma, poiché sono provocati dall’acqua in condizioni critiche.

Le cause dell’attività sismica

Doglioni ha illustrato la situazione in un’audizione alla Camera, tenutasi a fine settembre 2025, affermando che l’aumento della sismicità non mostra segni di rallentamento. La possibilità di un’improvvisa cessazione dell’attività sismica è incerta, e il presidente ha avvertito che l’evoluzione della situazione potrebbe rivelarsi ancora più drammatica. Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto, ha aggiunto che l’attività sismica è direttamente correlata al sollevamento del terreno. Finché il suolo continuerà a sollevarsi, le scosse saranno inevitabili, ma è impossibile prevedere l’intensità di tali eventi.

La sismicità e la risalita dei gas

Un aggiornamento dell’Ingv, pubblicato a settembre 2025, ha chiarito che il sollevamento del suolo e la sismicità nella regione sono dovuti alla risalita di gas e all’aumento della pressione nelle acque sotterranee. L’area dei Campi Flegrei è storicamente caratterizzata da intensa attività sismica, come dimostrano i periodi di sismicità e i sollevamenti del terreno registrati nel corso dei secoli. Eventi significativi si sono verificati tra il 1969 e il 1972, nel 1982-1984, e attualmente si sta vivendo una nuova fase iniziata nel 2005, che ha portato a un sollevamento totale di 113 centimetri e a eventi sismici di notevole rilevanza.

I due scenari futuri

Doglioni ha delineato due possibili scenari per l’evoluzione della situazione. Il primo, più favorevole, prevede la conclusione della crisi del bradisismo, simile a quanto accaduto nel 1983-1984. Il secondo, invece, è un’eruzione che potrebbe ricordare quella del 1538. Il presidente dell’Ingv ha sottolineato che si tratta di un’evoluzione incerta e che il monitoraggio della situazione è fondamentale.

La storicità dell’eruzione del 1538

Doglioni ha ricordato che la più recente eruzione nei Campi Flegrei risale al 1538, quando si verificò l’eruzione del Monte Nuovo. Questo evento, sebbene molto diverso da quello avvenuto 39.000 anni fa, rappresenta un potenziale scenario critico. Nel caso di una nuova eruzione, non è possibile prevedere né il momento né il luogo in cui potrebbe verificarsi. Anche un’eruzione di piccole dimensioni potrebbe causare disagi significativi per la popolazione. È importante notare che i Campi Flegrei rimangono un vulcano attivo, e l’idea che possano “spegnersi” è irrealistica.

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