La tragica vicenda di Rosa, una donna di 62 anni, ha scosso profondamente la famiglia Santoro, che ha appreso della sua morte solo dopo 13 ore dal decesso. Questo dramma si è consumato nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 2025, presso l’Ospedale Civico di Palermo, dove Rosa era stata ricoverata in terapia intensiva. Il cugino, Giusto Santoro, racconta che la donna si era sentita male a casa e, dopo l’intervento del 118, era stata trasportata d’urgenza in ospedale. Da quel momento, la famiglia ha perso ogni contatto con lei.
Giusto Santoro, visibilmente sconvolto, esprime la sua incredulità : “Stava bene, nessuno di noi avrebbe mai immaginato un epilogo così repentino. Sabato sono andato a trovarla, ma non risultava in reparto. Ho girato tra le terapie intensive, ma non ho trovato nulla”. La situazione si è aggravata quando, finalmente, un’altra persona, non un medico, ha comunicato a Santoro la triste notizia della morte di Rosa, avvenuta nella notte.
La scena che si è presentata a Santoro è stata straziante: il corpo della cugina era riposto in un sacco, con un cartellino che riportava il suo nome, adagiato sulla lastra di marmo dell’obitorio. “Una scena che non dimenticherò mai. Negli ospedali è necessaria una revisione delle procedure. Serve più umanità e empatia. In momenti di profonda sofferenza, i familiari non possono essere abbandonati e lasciati senza notizie”, ha commentato Santoro, che ha ricevuto la comunicazione ufficiale della morte da parte dei carabinieri della stazione Oreto, i quali hanno tentato di rintracciarlo senza successo.
La risposta dell’ospedale e le procedure di comunicazione
L’azienda ospedaliera Civico ha fornito una propria versione dei fatti, specificando che il medico di guardia della terapia intensiva ha tentato di contattare i familiari di Rosa. “Durante la serata, constatando l’aggravarsi delle condizioni della paziente, sono state effettuate molteplici telefonate ai familiari, utilizzando il numero fornito da loro”, ha dichiarato un portavoce dell’ospedale. Tuttavia, non essendo riusciti a rintracciarli e considerando che il decesso era avvenuto, il medico ha allertato i carabinieri.
Le forze dell’ordine si sono recate presso il domicilio indicato dai familiari, ma non sono riuscite a trovarli. Successivamente, sono tornati in ospedale per informare il medico della situazione. Questo episodio solleva interrogativi sulle procedure di comunicazione in situazioni di emergenza e sulla necessità di garantire che i familiari siano sempre informati in modo tempestivo e sensibile, anche in circostanze così drammatiche come la perdita di un proprio caro.