Il piano di Trump per la “Gaza Riviera”: una Striscia senza palestinesi

Veronica Robinson

Settembre 1, 2025

Il quotidiano statunitense Washington Post ha recentemente svelato un piano ambizioso concepito dall’amministrazione Trump per la ricostruzione di Gaza nel periodo post-conflitto. Questa iniziativa, nota come “Gaza Riviera”, prevede un controllo americano della regione per un decennio, con un investimento previsto di circa 100 miliardi di dollari. Il progetto si propone di trasformare l’area attualmente segnata da macerie e miseria in un polo turistico di lusso, supportato da un’innovativa infrastruttura tecnologica.

Il piano di ricostruzione e l’esodo dei residenti

Secondo quanto riportato dal Washington Post, il piano prevede un esodo “volontario” per i circa due milioni di palestinesi che attualmente risiedono a Gaza. Le autorità americane hanno intenzione di incentivare questo spostamento attraverso premi in denaro, con l’obiettivo di facilitare la creazione di un ambiente favorevole per gli investimenti. La proposta di trasferire la popolazione locale è stata accolta con preoccupazione da diversi gruppi umanitari, che vedono in questo approccio una violazione dei diritti dei residenti.

Il progetto della Casa Bianca non si limita alla semplice ricostruzione degli edifici distrutti, ma mira a sviluppare un’area che possa attrarre investimenti e turisti da tutto il mondo. La trasformazione di Gaza in un centro di lusso rappresenterebbe una svolta radicale rispetto alla situazione attuale, caratterizzata da povertà e instabilità. Tuttavia, la realizzazione di questa visione futuristica dipenderà da numerosi fattori, tra cui la stabilità politica e la cooperazione tra le diverse fazioni locali.

Investimenti e prospettive future

L’investimento di 100 miliardi di dollari, secondo le fonti, sarà destinato a vari settori, tra cui infrastrutture, turismo e tecnologia. Gli Stati Uniti intendono collaborare con investitori privati e organizzazioni internazionali per garantire la sostenibilità del progetto. La creazione di un polo turistico di lusso potrebbe non solo generare posti di lavoro, ma anche migliorare la qualità della vita per coloro che rimarranno a Gaza.

Tuttavia, la realizzazione di un simile piano non è priva di sfide. La situazione geopolitica nella regione rimane instabile, e le reazioni della comunità internazionale potrebbero influenzare significativamente il progresso del progetto. Inoltre, le preoccupazioni per i diritti umani e il benessere dei palestinesi rappresentano un aspetto cruciale che le autorità americane dovranno affrontare nel corso della loro iniziativa.

Il futuro della “Gaza Riviera” rimane incerto, ma le ambizioni espresse dal Washington Post suggeriscono che gli Stati Uniti siano determinati a perseguire un progetto che potrebbe cambiare radicalmente il volto di Gaza nei prossimi dieci anni.

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