Il 1° settembre 2025, l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire) di Roma ha reso noti risultati significativi riguardanti un dispositivo innovativo per il trattamento del tumore alla vescica. Questo studio multicentrico internazionale, denominato SunRISe-1, è stato pubblicato sul Journal of Clinical Oncology e ha evidenziato l’efficacia del TAR-200, un sistema concepito per rilasciare in modo controllato il farmaco chemioterapico gemcitabina direttamente nella vescica.
Dettagli dello studio Sunrise-1
Il dispositivo TAR-200 ha mostrato un tasso di risposta completa dell’82% tra i pazienti affetti da carcinoma uroteliale ad alto rischio, non muscolo invasivo, che non avevano ottenuto risultati positivi dall’immunoterapia con BCG. Le risposte al trattamento si sono manifestate in modo rapido e duraturo, e il dispositivo è stato ben tollerato dai pazienti. Un aspetto rilevante è che la maggior parte di essi ha potuto evitare o posticipare la cistectomia, un intervento chirurgico invasivo che comporta la rimozione della vescica.
Lo studio, coordinato dall’University of Southern California, ha coinvolto 142 centri in 14 Paesi, con l’Ire che ha registrato il maggior numero di pazienti arruolati a livello globale. Inoltre, l’eccellenza del progetto è stata confermata da un’ispezione della Food and Drug Administration statunitense, che è stata superata con successo.
Il contesto del tumore alla vescica
Il tumore della vescica rappresenta il secondo tipo di cancro più comune in urologia, dopo quello della prostata, con circa 29.700 nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia. Colpisce prevalentemente uomini di età compresa tra i 60 e i 70 anni, con una prevalenza quasi quattro volte superiore rispetto alle donne. Nonostante le terapie standard, quali l’asportazione e l’immunoterapia con BCG, il tumore della vescica non muscolo invasivo ad alto rischio può recidivare. In tali casi, la cistectomia radicale è l’opzione di trattamento standard, ma si tratta di un intervento invasivo che comporta rischi e complicanze significative.
Il progetto SunRISe-1 ha aperto la strada a un’alternativa terapeutica efficace, permettendo a molti pazienti di evitare la rimozione della vescica. Questo rappresenta un importante progresso nella lotta contro il tumore alla vescica, offrendo nuove opportunità a chi è affetto da questa malattia.
Innovazioni nel trattamento
Il TAR-200 si distingue dalle terapie tradizionali, che forniscono il farmaco nella vescica per brevi periodi. Questo dispositivo funziona come un “innaffiatoio a goccia”, rilasciando la gemcitabina in modo costante e mirato, mantenendo l’efficacia della terapia per settimane. Giuseppe Simone, direttore della UOC di Urologia dell’Ire, ha evidenziato come questi risultati rappresentino un passo fondamentale verso terapie innovative, meno invasive e meglio tollerate dai pazienti.
In aggiunta ai risultati dello studio, l’Istituto ha annunciato l’avvio del Programma di Uro-Oncologia, diretto da Giuseppe Simone e sostenuto dalla Direzione scientifica dell’Ire attraverso i fondi del 5×1000. Questo programma sottolinea l’impegno dell’Istituto nel reinvestire le donazioni dei cittadini in progetti di ricerca clinica innovativi e di grande rilevanza.
Giovanni Blandino, Direttore scientifico ff dell’Ire, ha affermato che la ricerca rappresenta un modo concreto di restituire alla comunità. Livio De Angelis, Direttore generale IFO, ha espresso orgoglio per il sostegno a progetti che rafforzano il ruolo dell’Istituto a beneficio della salute pubblica, evidenziando l’importanza delle collaborazioni internazionali e la trasformazione dei risultati della ricerca in opportunità concrete per i pazienti.